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Impatto microclimatico del fotovoltaico, le prime linee guida in Italia

Arriva da Arpa Veneto le prime indicazioni di massima sulla valutazione dell’impatto sul microclima generato dall’installazione di impianti solari in territorio urbano, industriale e rurale

Impatto microclimatico del fotovoltaico
Foto di Anders J su Unsplash

Come valutare l’impatto microclimatico del fotovoltaico

(Rinnovabili.it) – La velocità con cui si stanno manifestando i cambiamenti climatici, non solo su scala globale ma anche a livello locale, apre necessariamente nuovi spunti di riflessione. E dal discorso non può esimersi neppure il fotovoltaico, strumento chiave per l’odierna lotta al riscaldamento globale. Ecco perché l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione ambientale della Regione Veneto (ARPA Veneto) ha voluto approfondire la relazione che lega microclima ed impianti solari. Come? Pubblicando le prime linee guida in Italia per la valutazione dell’impatto microclimatico del fotovoltaico in ambiente urbano, peri urbano, industriale e rurale. L’obiettivo è fornire uno strumento di valutazione in merito alla capacità delle installazioni fv di riscaldare le aree circostanti e di conseguenza di influenzare eventualmente gli ecosistemi sia naturali che umani.

“Le linee guida, prime in Italia, presentano indicazioni operative sulla campagna di misure microclimatologiche, per valutare l’eventuale formazione di isole di calore in conseguenza dell’installazione di questi impianti”, scrive Arpa Veneto. Il documento, redatto in collaborazione con la Fondazione Osservatorio Meteorologico Milano Duomo ETS, specifica che l’impatto sul microclima del fotovoltaico richiede una valutazione dipendente non solo dalla soluzione progettuale e impiantistica scelta nel singolo caso, ma anche dal sito, dall’uso del suolo, dalla geografia locale e dal clima dell’area. 

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Due campagne di monitoraggio

Per qualsiasi tipologia di impianto fv a terra, l’analisi dovrà effettuare due campagne di monitoraggio del microclima locale attraverso stazioni meteo: una in fase ante-operam, quindi prima dell’impianto, e una in pieno esercizio dello stesso. Le misure, prodotte dalle stazioni per oltre un anno in fase post operam, permettono di valutare intensità e estensione dell’isola di calore generata. Affinché i dati possano essere considerati “di qualità”, però, devono essere sottoposti giornalmente ad un processo di validazione seguendo i criteri riportati nella stessa guida dell’ARPA Veneto. “Nel caso in cui non sia possibile effettuare una campagna meteorologica – si legge nella nota stampa –  si propongono alternative al monitoraggio in campo, come lo studio delle immagini da satellite ad alta risoluzione e la modellistica numerica”.

A partire da questi risultati è poi possibile mettere in campo azioni per mitigare l’effetto.

Scarica qui la Guida sul monitoraggio dell’impatto microclimatico da fotovoltaico e agrivoltaico

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.