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Il solare britannico in tribunale

Si dibatte in aula il caso degli incentivi al fotovoltaico. Dopo la doppia sconfitta, Londra pensa di portare la questione di fronte alla corte Suprema

(Rinnovabili.it) – La Corte d’Appello ha respinto ieri i tentativi dell’esecutivo britannico di ribaltare la sentenza emessa dall’Alta Corte lo scorso dicembre e in cui venivano bollati come “illegali e pasticciati” i tagli predisposti per il FiT solare. I giudici avevano infatti raccolto le proteste avanzate dall’associazione Friends of the Earth e dalle società Solarcentury e HomeSun, sentinelle del clima generale di preoccupazione e insoddisfazione del settore fotovoltaico britannico a causa dei nuovi indirizzi energetici nazionali.

Dopo solo due anni di vita il meccanismo di supporto alla tecnologia solare UK ha, infatti, subito lo stesso destino dei mercati europei più maturi, come Italia e Germania. Dopo il primo rimodellamento annunciato l’estate del 2001, il Governo aveva stabilito nuove decurtazioni da far entrare in vigore esattamente nel bel mezzo della consultazione pubblica sul provvedimento, senza attendere la revisione del meccanismo incentivante prevista ad aprile 2012. Era prevedibile che la misura, che comporterebbe una ridurre del 50% e oltre degli incentivi concessi agli impianti tra i 4 kW ed i 50 kW, avrebbe suscitato il disappunto e l’ostinata opposizione di un segmento ancora scottato dall’esperienza estiva.  Meno prevedibile, forse, i risultati giudiziari che hanno caratterizzato la vicenda.

Il rifiuto nei confronti dell’appello governativo potrà aver assegnato un duro colpo all’esecutivo ma di certo non ristabilisce quel clima di sicurezza chiesto dal settore solare. “Vincere questo caso rappresenta un grande momento per tutti coloro che hanno sostenuto la nostra campagna per rimettere il solare in pista, dopo che il governo in tutta fretta ha deciso di tagliare il supporto lo scorso anno”, commenta l’associazione ambientalista Friends of the Earth, mettendo in guardia contro l’intenzione di Londra di rivolgersi alla Corte Suprema. “Ciò estenderebbe l’incertezza per il settore. E’ vitale che il governo agisca per portare certezza all’industria dell’energia pulita del Regno Unito […] Una recente ricerca afferma che dure le misure attualmente proposte dal governo significherebbero fino a 29.000 posti di lavoro persi nel settore dell’energia solare”. Come contromossa l’associazione chiede misure pianificati e legali che includano l’avvio di un bilancio per il solare, l’aumento del sostegno per i progetti comunitari e di social-housing e piani di solarizzazione degli edifici.