Secondo molte società di analisi specializzate in fotovoltaico il 2014 sarà l'anno della stabilizzazione per questo settore che, negli ultimi anni, ha subito un vero e proprio terremoto. Tuttavia, per sopravvivere al suo stesso successo, l'industria solare globale ha dovuto cambiare faccia
La produzione globale di fotovoltaico è, e sarà, sempre più concentrata. La lunga e tormentata acquisizione della cinese Suntech Wuxi, ex leader mondiale della produzione di wafer, celle e moduli, da parte della concorrente Shunfeng è solo l’ultimo passo di un processo di concentrazione della produzione nelle mani di sempre meno attori, sempre più grandi. Shunfeng-Suntech è oggi un vero gigante del fotovoltaico: sarà in grado già dal 2014 di produrre e vendere moduli per non meno di 1,4 GW, cioè quel che resta ancora attiva della capacità di Suntech.
Suntech, però, prima di essere sommersa dai debiti e scossa dalla truffa italo-spagnola-cinese dei parchi fotovoltaici di Global Solar Fund era in grado, già a fine 2011, di produrre 2 GW di moduli. Al momento ha tre stabilimenti produttivi: oltre a quello da 1,4 GW ce ne sono altri due fermi per una capacità produttiva pari a 2,4 GW totali.
Se Shunfeng riuscirà a rimettere al lavoro tutti gli impianti produttivi di Suntech potrà aggiungere questa capacità produttiva a quella che già possiede (al 31 dicembre 2012): 420 MW di celle, 200 MW di wafer, 60 MW di moduli l’anno. Shunfeng-Suntech, entro qualche anno, potrebbe arrivare a competere con un altro produttore cinese: l’attuale leader del mercato, nonché maggior produttore al mondo di fotovoltaico, Yingli Solar che ha una capacità annua pari a 2,45 GW totali.
Una terza cinese di peso, Trina Solar, ha scelto una strada diversa per crescere in capacità produttiva: ha appena stretto un accordo commerciale con Yabang Group in virtù del quale Trina mette sul tavolo 45 milioni di dollari per creare una joint venture (della quale deterrà il 51%) chiamata Changzhou Trina Yabang Solar Energy. Quest’ultima erediterà le fabbriche di moduli fotovoltaici possedute da Yabang e le potenzierà fino alla soglia di 500 MW annui entro i prossimi 12 mesi. Ciò vuol dire che a fine 2014 Trina potrà aggiungere mezzo GW alla sua attuale capacità pari a 2,4 GW.
Anche fuori dalla Cina le fusioni e le acquisizioni di peso non mancano: recentissima quella di Bosch Solar, con lo stabilimento tedesco di Arnstadt da poco comprato da SolarWorld AG. Il secondo produttore, tedesco come il primo ma con un piede negli Stati Uniti, ha acquistato la divisione solare di Bosch per una cifra non comunicata alla stampa. Quel che si sa è che, unendo le capacità produttive dei due player, si arriva di poco sopra 1 GW. SolarWorld-Bosch, così, diventa il primo produttore europeo per dimensioni e uno dei maggiori al mondo entrando nel club del GW. Guarderà soprattutto al mercato americano per vendere i suoi pannelli, non potendo competere con i prezzi che i cinesi faranno in Europa nei prossimi anni grazie all’accordo estivo sul prezzo minimo del fotovoltaico tra Cina e UE.
Il settore del polisilicio, la materia prima principale dei pannelli fotovoltaici, non è meno vivace del resto della catena produttiva. Dow Corning Corporation, braccio siliconino del gigante americano della chimica Dow Chemical, ha comprato per 240 milioni di dollari la partecipazione (12,5%) di Mitsubishi in Hemlock Semiconductor Group. Con questa mossa Dow Corning possiede ora l’80,5% del produttore di silicio.
A luglio di quest’anno la norvegese REC ha invece deciso di scindere i suoi due business separando la produzione di pannelli fotovoltaici (negli stabilimenti USA) da quella del polisilicio (a Singapore). Con questa mossa REC mira a create due unità indipendenti, decisamente più snelle e in grado di raccogliere i finanziamenti necessari a stare dietro ai big del calibro di Hemlock o della cinese Daqo Solar che registra buoni risultati produttivi e di vendite nel 2013. Anche perché, secondo Energy Trend, nel 2014 la domanda di polisilicio sarà così alta da rendere possibili persino carenze sul mercato nei primi mesi dell’anno che viene.
I produttori di silicio, quindi, come quelli di celle e moduli dovranno andare incontro a fusioni, acquisizioni e aumenti della capacità produttiva. Tutto questo mentre il costo dei loro prodotti continua a scendere inesorabilmente ed è sempre più difficile, senza grosse economie di scala e forti investimenti in efficienza, restare sul mercato. Secondo NPD Solarbuzz, infatti, sia i costi del silicio che quelli della manifattura dei wafer sono crollati del 16% ogni anno dal 2008 ad oggi: se cinque anni fa si producevano wafer a 60 centesimi di dollaro al Watt oggi bastano 20 cent. Una sfida notevole da affrontare.
La nuova geografia del fotovoltaico
Se dal lato della produzione i cambiamenti non sono mancati negli ultimi mesi, la stessa cosa si può dire anche dal lato della domanda: le installazioni di pannelli solari si sono spostate dall’Europa all’Asia orientale e agli Stati Uniti. Nei prossimi anni, invece, entreranno prepotentemente nel mercato anche l’India e altri mercati.
Fino a tutto il 2012 l’UE è stata la gallina dalle uova d’oro per i produttori di solare elettrico assorbendo, secondo i dati del Centro comune di ricerca della Commissione europea, il 51,7% della domanda globale di fotovoltaico la stessa cosa non si potrà dire già con i dati del 2013. Ma secondo NPD Solarbuzz alla fine di quest’anno Cina e Giappone avranno acquistato il 40-45% del fotovoltaico prodotto in tutto il mondo. Una previsione simile l’ha fatta anche Energy Trend mentre l’ultimo World Energy Outlook della IEA prevede che nel 2035 la sola Cina installerà più fotovoltaico di Europa, Stati Uniti e Giappone insieme. Per quanto riguarda le stime di crescita del Giappone, però, l’annuncio fatto dal Governo giapponese alla COP19 di Varsavia sul dietro front nelle politiche climatiche potrebbe cambiare le carte in tavola. Secondo quanto ha detto l’analista di IHS Ash Sharma in un’intervista rilasciata a PV-Magazine dopo la svolta sul clima il Giappone potrebbe decidere di ridurre i suoi incentivi al fotovoltaico.
Per il prossimo anno si prevede che gli USA saranno il terzo mercato al mondo, buttando l’Europa fuori dal podio. I risultati di questa situazione già si vedono: oltre alla necessaria concentrazione dei produttori, come l’affare SolarWorld-Bosh già citato, ci sono i licenziamenti di chi preferisce puntare il mirino su mercati extra UE. Come la tedesca SMA Solar AG, che sta procedendo a un piano di licenziamenti (800 lavoratori in tutto) in Germania.
Anche l’India è un paese da tenere in considerazione per i prossimi anni. La stima di installato 2014 non è eccezionale (è pari a 2,7 GW secondo quanto è emerso ai primi di settembre durante l’ultimo Renewable Energy India Expo a Greater Noida) ma i prossimi anni vedranno dispiegarsi gli sforzi governativi e la cosiddetta Jawaharlal Nehru National Solar Mission (JNNSM) che mira ad aggiungere altri 10 GW entro il 2017. Cioè nei prossimi tre anni. Di questi dieci almeno 4 GW vanno presi però con le molle: rientrano nel “Ultra-Mega Green Solar Power Project“, una serie di parchi fotovoltaici collegati tra loro in fase di costruzione in Rajasthan (dovrebbero essere completati nel 2016) che ha sollevato parecchi dubbi da parte degli analisti di settore che ritengono la sfida troppo grande per un parvenu del solare come l’India.
C’è di buono che il mercato indiano non è ancora monopolizzato dai prodotti cinesi: secondo una bella infografica di Bridge to India l’americana (con stabilimenti anche in Germania) First Solar è il primo player (21% dell’installato) del paese mentre la metà degli inverter è made in Germany o made in Italy, visto che è prodotto da SMA Solar AG o Bonfiglioli. Seguono, sempre nel settore degli inverter, la svizzera ABB con il 14,4%, PowerOne (da poco acquisita dalla stessa ABB) con il 13% e la francese Schneider Electric con il 5,7%.
Quanto fotovoltaico verrà installato nel 2014?
Nel complesso, geografia a parte, l’unica cosa certa è che il mercato globale del fotovoltaico crescerà ancora nel 2014. Ma quantificare in GW a quanto solare verrà installato nel mondo l’anno prossimo non è affatto semplice. Sul campo ci sono due stime importanti, ma molto lontane tra loro: quella di NPD Solarbuzz che prevede fino a 55 GW di nuovi pannelli installati e quella assai meno ottimistica di IHS, che si ferma a 42 GW.
I dati 2013 sono comunque schiacciati da entrambe le previsioni, visto che quest’anno si chiuderà con circa 32-35 GW installati se non ci saranno sorprese durante l’ultimo trimestre. Schiacciati anche i dati sugli investimenti in impianti, che nel 2014 dovrebbero crescere fino a 3,3 miliardi (+42%). A queste stime si aggiunge quella di Navigant Research che però guarda direttamente al 2020, anno in cui dovrebbero essere installati 70 GW di fotovoltaico. Fare previsioni così lunghe, però, sembra ancora azzardato.