Molte le critiche e i dubbi esposti dal Comitato IFI ad un giorno dalla pubblicazione del comunicato congiunto che le tre associazioni del solare hanno indirizzato a Bruxelles
(Rinnovabili.it) – Chiedere una deroga alla Commissione europea sull’inchiesta anti-dumping è una richiesta assurda. Così il comitato IFI ha risposto al comunicato congiunto che ieri Assosolare, APER e Gifi hanno pubblicato per commentare le indagini sull’anti-dumping cinese.
“Desta sconcerto una reazione così netta e contraria all’auspicato verdetto della Commissione UE da parte di chi dice di schierarsi in primis dalla parte della legalità e della libera concorrenza dei mercati” ha dichiarato il presidente di IFI Cremonesi.
In Italia il Comitato guidato da Cremonesi rappresenta oltre l’80% dell’industria produttrice di celle e moduli fotovoltaici e, apprese le motivazioni che hanno spinto ieri le tre associazioni alla pubblicazione del comunicato stampa congiunto, si ritiene sconcertato per diversi motivi. Delusi dal comportamento delle associazioni, che sembrano voler sostenere l’industria cinese a scapito della nazionale, dall’IFI arrivano anche i dubbi nei confronti di chi, pur dichiarandosi a favore della legalità e delle libera concorrenza sta invece chiedendo di cambiare le carte in tavola. Lo stupore è anche per la tempistica di una dichiarazione che viene ad anni di distanza dalla consapevolezza che la grid parity è minacciata dalla concorrenza dei prodotti cinesi.
Per Alessandro Cremonesi, Presidente IFI, “c’è da chiedersi quale sia il senso delle affermazioni da parte di coloro che, prima si dichiarano paladini della legalità e delle libera concorrenza dei mercati, salvo poi renderle così stridenti con le successive affermazioni che chiedono una deroga temporale per i dazi antidumping. Per oltre due anni – prosegue Cremonesi – siamo stati additati come coloro che volevano coltivare il loro orticello, senza tuttavia che altre forze associative comprendessero con tempestività che ciò che stava accadendo sotto gli occhi di tutto il settore avrebbe rappresentato una strada di non ritorno verso l’affermazione del monopolio dei prodotti cinesi a scapito di una crescita progressiva e sostenibile dell’industria nazionale ed europea. Ci risulta che a oggi l’esperienza dei grandi gruppi cinesi nonostante il dumping non abbia portato particolari benefici: ne è la prova il fallimento annunciato settimana scorsa da parte del colosso cinese Suntech che a nostro giudizio si porterà dietro problematiche che certamente verranno scaricate sugli operatori e sui clienti nazionali ed europei in termini di assolvimento delle garanzie di prodotto”.