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I frutti dell’agrovoltaico

Si ricava elettricità e frumento dalla terra di Monticelli d’Ongina dove la R.E.M. ha istallato uno dei suoi impianti pilota per la produzione di energia fotovoltaica ad alta integrazione ambientale

Si è svolta ai primi di luglio la mietitura del frumento seminato lo scorso novembre a Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza, sotto i pannelli fotovoltaici dell’impianto pilota di agrovoltaico® realizzato da R.E.M. (Revolution Energy Maker). Il raccolto, in linea con le rese dei terreni adiacenti, è stato di circa 80 tonnellate. La differenza, rispetto agli altri appezzamenti, è che i circa 21 ettari interessati oltre a fornire il prodotto agricolo hanno anche prodotto energia elettrica; con una potenza di 3,2 MW, l’impianto ha una produzione di energia pari al 49% del consumo domestico locale (dati TERNA 2008).

L’impianto pilota di Monticelli (gli altri sono a Castelvetro Piacentino, sempre in provincia di Piacenza, e a Virgilio, in provincia di Mantova) integra, su una superficie di 21 ettari, l’attività agricola con la produzione di energia pulita, grazie a una serie di pannelli a inseguimento solare, realizzati su strutture mobili sospese a 4,5 m di altezza e connesse fra loro attraverso un innovativo sistema di controllo e comunicazione wireless. A comando, i pannelli fotovoltaici si dispongono perpendicolarmente al terreno per consentire un’omogenea distribuzione delle piogge e della neve, e per evitare eventuali danneggiamenti ai pannelli stessi in caso di grandine o di forte vento; inoltre possono disporsi anche parallelamente al terreno per agevolare al massimo la circolazione dei mezzi agricoli. Per garantire l’illuminazione diretta al terreno sottostante, i pali che sostengono la struttura sono a una distanza di 12 metri l’uno dall’altro e i pannelli sono posti in modo da ridurre al minimo l’ombreggiamento.

La tecnologia agrovoltaica, che R.E.M. ha sviluppato e per la quale ha depositato una domanda di brevetto internazionale, consente di superare i limiti dei tradizionali impianti fotovoltaici a terra in termini di compatibilità con l’agricoltura, sostenibilità ambientale e tutela del paesaggio. “Il raccolto di luglio è la testimonianza della completa integrazione dei nostri impianti con le coltivazioni”, ha dichiarato Roberto Angoli, presidente di R.E.M.. “I pannelli sospesi e la struttura flessibile, che non ingombra ed è realizzata con materiali non inquinanti e riciclabili, non sottraggono spazio al terreno coltivabile e non pongono vincoli alle operazioni legate all’attività agricola. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a un’integrazione sempre più stretta, sfruttando la tecnologia esistente per le rilevazioni meteorologiche e per l’installazione di impianti di irrigazione o reti antigrandine”.

“Con l‘agrovoltaico intendiamo promuovere una filiera corta, improntata alla sostenibilità, che sia in grado di fornire alle comunità locali prodotti da agricoltura biologica e energia pulita”, ha dichiarato Giancarlo Ghidesi, amministratore delegato di R.E.M.. “La diffusione della nostra tecnologia, inoltre, potrebbe favorire un modello collettivo nel quale, grazie a un sistema di contabilizzazione dei consumi equivalente allo “scambio sul posto”, i proprietari di una porzione d’impianto potrebbero utilizzare l’energia pulita di propria competenza in compensazione dei consumi domestici, mentre i residenti delle aree urbane che non dispongono di superfici adeguate alla produzione di energia per i propri fabbisogni (tetti o altro) potrebbero avvalersi dei terreni agricoli limitrofi alla città”.

R.E.M. (Revolution Energy Maker) è una holding industriale con sede a Coccaglio, in provincia di Brescia, nata nel 2008 su iniziativa di sei aziende italiane (Sandrini Spa di Mantova, Intergeo Srl di Remedello, in provincia di Brescia, Andrea Fustinoni & Figli Spa di Bergamo, Dermotricos Srl di Coccaglio, Impresa Melis di Cagliari, Biesse Srl di Genova). Le aziende, che operano nel settore della produzione e distribuzione dell’energia elettrica e nella ricerca e sviluppo tecnologico, si sono unite con l’obiettivo di progettare, realizzare e gestire impianti innovativi per i quali è stato coniato il termine “agrovoltaico”. A maggio del 2011, la SGR FuturImpresa, creata dalle Camere di Commercio di Milano, Como, Bergamo e Brescia per sostenere le Pmi lombarde nei propri processi di sviluppo, è entrata nel capitale sociale di R.E.M. con una quota pari all’11%.