Si ricava elettricità e frumento dalla terra di Monticelli d’Ongina dove la R.E.M. ha istallato uno dei suoi impianti pilota per la produzione di energia fotovoltaica ad alta integrazione ambientale
L’impianto pilota di Monticelli (gli altri sono a Castelvetro Piacentino, sempre in provincia di Piacenza, e a Virgilio, in provincia di Mantova) integra, su una superficie di 21 ettari, l’attività agricola con la produzione di energia pulita, grazie a una serie di pannelli a inseguimento solare, realizzati su strutture mobili sospese a 4,5 m di altezza e connesse fra loro attraverso un innovativo sistema di controllo e comunicazione wireless. A comando, i pannelli fotovoltaici si dispongono perpendicolarmente al terreno per consentire un’omogenea distribuzione delle piogge e della neve, e per evitare eventuali danneggiamenti ai pannelli stessi in caso di grandine o di forte vento; inoltre possono disporsi anche parallelamente al terreno per agevolare al massimo la circolazione dei mezzi agricoli. Per garantire l’illuminazione diretta al terreno sottostante, i pali che sostengono la struttura sono a una distanza di 12 metri l’uno dall’altro e i pannelli sono posti in modo da ridurre al minimo l’ombreggiamento.
La tecnologia agrovoltaica, che R.E.M. ha sviluppato e per la quale ha depositato una domanda di brevetto internazionale, consente di superare i limiti dei tradizionali impianti fotovoltaici a terra in termini di compatibilità con l’agricoltura, sostenibilità ambientale e tutela del paesaggio. “Il raccolto di luglio è la testimonianza della completa integrazione dei nostri impianti con le coltivazioni”, ha dichiarato Roberto Angoli, presidente di R.E.M.. “I pannelli sospesi e la struttura flessibile, che non ingombra ed è realizzata con materiali non inquinanti e riciclabili, non sottraggono spazio al terreno coltivabile e non pongono vincoli alle operazioni legate all’attività agricola. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a un’integrazione sempre più stretta, sfruttando la tecnologia esistente per le rilevazioni meteorologiche e per l’installazione di impianti di irrigazione o reti antigrandine”.
“Con l‘agrovoltaico intendiamo promuovere una filiera corta, improntata alla sostenibilità, che sia in grado di fornire alle comunità locali prodotti da agricoltura biologica e energia pulita”, ha dichiarato Giancarlo Ghidesi, amministratore delegato di R.E.M.. “La diffusione della nostra tecnologia, inoltre, potrebbe favorire un modello collettivo nel quale, grazie a un sistema di contabilizzazione dei consumi equivalente allo “scambio sul posto”, i proprietari di una porzione d’impianto potrebbero utilizzare l’energia pulita di propria competenza in compensazione dei consumi domestici, mentre i residenti delle aree urbane che non dispongono di superfici adeguate alla produzione di energia per i propri fabbisogni (tetti o altro) potrebbero avvalersi dei terreni agricoli limitrofi alla città”.
R.E.M. (Revolution Energy Maker) è una holding industriale con sede a Coccaglio, in provincia di Brescia, nata nel 2008 su iniziativa di sei aziende italiane (Sandrini Spa di Mantova, Intergeo Srl di Remedello, in provincia di Brescia, Andrea Fustinoni & Figli Spa di Bergamo, Dermotricos Srl di Coccaglio, Impresa Melis di Cagliari, Biesse Srl di Genova). Le aziende, che operano nel settore della produzione e distribuzione dell’energia elettrica e nella ricerca e sviluppo tecnologico, si sono unite con l’obiettivo di progettare, realizzare e gestire impianti innovativi per i quali è stato coniato il termine “agrovoltaico”. A maggio del 2011, la SGR FuturImpresa, creata dalle Camere di Commercio di Milano, Como, Bergamo e Brescia per sostenere le Pmi lombarde nei propri processi di sviluppo, è entrata nel capitale sociale di R.E.M. con una quota pari all’11%.