Il giudizio delle associazioni delle rinnovabili sulle modalità di diffusione e sui contenuti dei decreti attuativi è severo: con queste misure si rischia il totale fallimento
Insomma, per le associazioni del settore di operazioni aperte e trasparenti proprio non si può parlare. Oltre alla modalità di presentazione dei provvedimenti (una conferenza stampa senza il preventivo confronto tecnico concordato con gli operatori), il mondo delle rinnovabili è seriamente preoccupato per le conseguenze che potrebbero esserci se i provvedimenti annunciati venissero adottati: essi renderebbero impossibile, infatti, l’obiettivo previsto per il 2020 di raggiungere il 35% di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Le note dolenti dei decreti attuativi recriminate dalle associazioni sono:
- assenza di misure per semplificare le procedure e ridurre gli “extra costi” subiti dal settore;
- aste;
- contingenti annuali di potenza per i nuovi impianti e per il rifacimento di quelli esistenti;
- introduzione dei registri anche per gli impianti di piccola taglia;
- gabelle aggiuntive per il funzionamento del Gestore dei Servizi Energetici;
- livelli di incentivazione insufficienti.
Un contesto al quale si aggiunge anche “l’incredibile rinvio del pagamento dei Certificati Verdi riferiti alla produzione elettrica effettivamente immessa in rete negli anni passati, pagamento che deve essere effettuato a giugno di quest’anno e che, come ha dichiarato il Capo Dipartimento del MISE Senni, sarebbe da attribuire a “un problema di cassa”, quasi a voler ipotizzare uno stato di insolvenza del GSE (ricordiamo che l’azionista è il Tesoro !!!)”.
«L’adozione di questi decreti, e l’assenza degli altri – si legge nel comunicato congiunto – sarà il colpo di grazia alle aziende del comparto delle rinnovabili e dell’efficienza energetica che rischieranno in molti casi il fallimento (con evidenti e pesanti ricadute occupazionali) e darà l’addio definitivo ai capitali stranieri che in questo contesto certamente non sceglieranno il nostro Paese, pregiudicandone lo sviluppo».
Insieme a ANEV, APER e ISES ITALIA, hanno aderito all’iniziativa anche Azione Energia Solare (AES), ANIE/GIFI Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, ASCOMAC-COGENA, Associazione Italiana Energia Mini Eolico (ASSIEME), ASSOENERGIEFUTURE, Associazione Nazionale dell’industria Solare Fotovoltaica (ASSOSOLARE), Associazione Tecnici Energie Rinnovabili (ATER), COMITATO IFI – Industrie Fotovoltaiche Italiane, Consorzio dei Produttori di Energia da Minieolico (CPEM), Federazione Produttori Idroelettrici (FEDERPERN) e Gruppo Informale per la Geotermia e l’Ambiente (GIGA).