L’associazione ha diffuso una nota stampa in cui, pur manifestando soddisfazione per le misure sull’occupazione, esprime seria preoccupazione per la questione del registro
Non c’è, però, la stessa serenità sul fronte della questione legata ai registri per gli impianti, la cui persistenza, non solo secondo l’associazione, ma anche per la Commissione Europea, andrebbe a vanificare gli effetti positivi del DL e a creare disoccupazione nel settore del fotovoltaico. A essere messa sotto processo è, infatti, la soglia di accesso al registro di 12kWp, un meccanismo che aumenta la burocrazia e i costi, diminuendo al contempo la competitività e lo sviluppo del comparto industriale. «Il rallentamento dello sviluppo del settore fotovoltaico – ha aggiunto Natalizia – causerebbe notevoli danni a tutti a partire dalle casse dello Stato. Si impedirebbero importanti flussi di IVA e tasse pagate dalle aziende del settore le quali, continuando a crescere, non sarebbero costrette ad assorbire altre risorse pubbliche, a cominciare dalla cassa integrazione. Il registro è una scelta sbagliata».