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Generazione distribuita, il fv traina la trasformazione del mercato

Diminuisce il termoelettrico, aumenta il fotovoltaico: con taglie sempre più ridotte, le mini centrali italiane stanno ridisegnando il mercato dell'energia. Autoconsumo al 20%

Generazione distribuita, il fv traina la trasformazione del mercato

 

(Rinnovabili.it) – Il cuore del sistema elettrico italiano sta cambiando. La riprova è nei 657mila impianti di generazione distribuita, per lo più alimentati a rinnovabili, attivi sul territorio nazionale. Mini-centrali connesse alla rete nazionale o in assetto di autoconsumo, che stanno velocemente soppiantando la tradizionale visione centralizzata del mercato. Oggi infatti la generazione distribuita contribuisce per circa il 23% alla produzione nazionale totale (64,3 TWh), consolidando un trend già consistente negli anni passati.

Si sta assistendo a una forte e rapida evoluzione del sistema elettrico, da pochi impianti di più elevata taglia a una moltitudine di impianti di taglia ridotta, con l’obiettivo di sfruttare le fonti rinnovabili diffuse e l’efficienza energetica insita nella cogenerazione”, spiega l’Autorità per l’energia AEEGSI che annualmente redige il rapporto di Monitoraggio del comparto.

Gli impianti della generazione distribuita: il fotovoltaico domina

Dalle pagine della relazione, che riporta i dati aggiornati a fine del 2014, emergono diversi elementi interessanti. Primo fra tutti, il ruolo da leone svolto dal fotovoltaico, vero e proprio traino soprattutto nella piccola e micro generazione: dei quasi 70mila nuovi impianti aggiunti nel 2014, ben 68.800 erano fotovoltaici. Sono stati molto più ridotti, invece i contributi degli impianti eolici (+457 impianti), termoelettrici (+436 impianti) e idroelettrici (+163 impianti).

 

Idroelettrico e bioenergie, i leoni della crescita di produzione

Un rapido trend di crescita si può osservare anche nella produzione lorda, dove sono stati determinanti soprattutto le bioenergie e l’idroelettrico. Nel dettaglio l’incremento su base annuale è stato pari a 870 GWh, da imputare principalmente agli impianti idroelettrici (+1.745 GWh) e alla forte crescita della produzione da biomasse, biogas e bioliquidi (+1.219 GWh). In minor parte hanno contribuito anche solare (+500 GWh) ed eolico (+211 GWh), mentre si è verificata una diminuzione in relazione agli impianti termoelettrici alimentati a fonti non rinnovabili (-2.637 GWh).

 

La generazione distribuita punta su potenze sempre più piccole

Altro dato significativo per il 2014, la potenza installata è leggermente diminuita: a fine anno risultavano 50 MW in meno, a causa di una netta diminuzione degli impianti termoelettrici (-197 MW) e, in misura minore, idroelettrici (-66 MW), mentre era in aumento la potenza degli impianti fotovoltaici (+147 MW) ed eolici (+89 MW).
Tale andamento, spiega l’AEEGSI, implica, in termini generali, un migliore sfruttamento degli impianti, con un maggiore numero di ore equivalenti di funzionamento.

Infine, il rapporto spiega il destino della produzione elettrica: circa il 20% di quanto prodotto viene autoconsumato, mentre la parte restante viene immessa in rete. Con riferimento alla destinazione di quest’ultima, il 28,5% del totale dell’energia elettrica prodotta è stata ceduta direttamente sul mercato, mentre il restante 48% è stato ritirato dal GSE.