(Rinnovabili.it) – Il rapporto del fotovoltaico con i terreni agricoli non è mai stato dei migliori. Eppure delle soluzioni per non rinunciare all’energia né alle coltivazioni, esiste da tempo, come dimostra l’italiana REM. Ora sulla combinazione dei due fattori torna anche l’ISE del Fraunhofer che in Germania sta guidando il più grande progetto di ricerca del paese sull’agrofotovoltaico.
L’obiettivo è stabilire se il doppio uso dei terreni per la produzione vegetale e quella di energia elettrica mediante moduli fotovoltaici possa essere commercialmente valido.
Partendo da studi degli anni ’80, il centro di ricerca ha realizzato un impianto pilota da 194 kWp ad Heggelbach nei pressi del lago di Costanza nel sud della Germania. La struttura servirà a controllare la resa di quattro diverse colture (grano, trifoglio, patate e sedano) nel corso delle prossime due raccolte estive, nel 2017 e nel 2018.
“Non vediamo l’ora che arrivino i risultati”, ha osservato Thomas Schmid della comunità agricola Hofgemeinschaft Heggelbach, in cui si trova il progetto. “Per noi, è importante che il sistema sia semplice da usare e che la resa delle colture sottostanti sia almeno l’80 per cento di quelle di riferimento”.
I pannelli utilizzati sono i bifacciali di SolarWorld, ritenuti i più adatti per il progetto in quanto producono una resa maggiore per unità di superficie e forniscono una distribuzione più omogenea della luce sulle colture. “Considerando la crescita mondiale dinamica degli impianti fotovoltaici negli ultimi dieci anni e il conseguente aumento dell’utilizzo del territorio, questi concetti innovativi, come l’agrofotovoltaico che facilita il duplice utilizzo dei terreni agricoli, contribuiscono a promuovere e accelerare la trasformazione del globale sistema energetico”, ha aggiunto Eicke R. Weber, direttore dell’Istituto al Fraunhofer ISE.
Il progetto è patrocinato dal ministero federale tedesco dell’Istruzione e della ricerca (BMBF) e coinvolge la Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Hohenheim e il Centro per la valutazione tecnica dell’Istituto per la Tecnologia di Karlsruhe (KIT).