(Rinnovabili.it) – Il fracking sta liberando l’America dalla morsa dell’export petrolifero, ma sta anche contribuendo a rendere meno appetibili, sul fronte economico, le tecnologie energetiche verdi. A sostenere la tesi è la multinazionale tedesca Bosch che, senza giri di parole, accusa il boom dell’estrazione dello shale gas negli Stati Uniti d’aver contribuito alle difficoltà del settore solare d’oltre oceano. L’azienda di Stoccarda ha recentemente deciso di sospendere le sue attività di produzione nel settore dell’energia fotovoltaica tagliando ben 3.000 posti di lavoro a causa delle ingenti perdite registrate (oltre 1 miliardo di euro nel 2012). Secondo l’industria europea, dietro il buco economico c’è la responsabilità, anche se solo in parte, dell’eccesso produttivo cinese.
“Il fotovoltaico sta attraversando una transizione unica. Ma non si può negare del tutto che l’uso di tecnologie verdi sia sotto pressione a causa del fracking negli Stati Uniti”, ha commentato il presidente della Bosch, Franz Fehrenbach su un settimanale tedesco. “La maggiore disponibilità dei combustibili fossili ha naturalmente un effetto sul calcolo (economico) delle risorse tecnologiche ecofriendly. Dopo questa fase distruttiva non ci sarà probabilmente un produttore di fotovoltaico cristallino in Europa, che risulti ancora competitivo”, ha concluso Fehrenbach.