Grazie ad una nuova forma di silicio si potrebbe aumentare al 42% rendimento massimo delle tradizionali celle solari
Come spiega Giulia Galli, professore di chimica presso l’ateneo statunitense e autrice del lavoro, l’obiettivo del team è stato quello di dimostrare, anche se solo tramite simulazioni virtuali, l’esistenza di un approccio “più redditizio” e, seguendo la formula sopracitata, determinare per ogni fotone incidente la produzione di due coppie di elttrone-lacuna. “Questo approccio è in grado di aumentare l’efficienza massima al 42 per cento, al di là di qualsiasi cella solare oggi disponibile”, ha aggiunto l’autore Stefan Wippermann. “E se venissero impiegati specchi parabolici per concentrare la luce solare su questa nuova tecnologia, l’efficienza potrebbe raggiungere anche il 70 per cento”.
Gli scienziati hanno abbandonato l’idea di usare nanoparticelle di silicio convenzionale, dal momento che questo paradigma funziona solo con la luce ultravioletta. Il team ha preferito simulare al computer il comportamento di una struttura di silicio esotico chiamato silicio BC8 ed ottenuto ad alte pressioni. Le simulazioni hanno dimostrato che le nanoparticelle di silicio BC8 effettivamente generano più coppie elettrone-lacuna per fotone quando esposto alla luce visibile.