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Fotovoltaico sostenibile, 7 mosse per accelerarlo

Dal mondo dell'energia e quello ambientale arrivano oggi alcune richieste chiave indirizzate all'Unione Europea affinché i nuovi progetti solari crescano siano in velocità che qualità, massimizzando la partecipazione della comunità e proteggendo la natura

Fotovoltaico sostenibile
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Fotovoltaico sostenibile, come far crescere l’energia solare senza “sbagliare”

(Rinnovabili.it) – Sette mosse per accelerare il fotovoltaico sostenibile in Europa e assicurare che la transizione energetica rispetti natura e società. A proporle un consorzio di realtà provenienti dal mondo ambientale e da quello dell’energia. Birdlife Europe e Asia centrale, CEE Bankwatch Network, CAN Europe, European Environmental Bureau, EuroNatur e SolarPower Europe hanno pubblicato ieri una dichiarazione congiunta per evidenziare quelle che dovrebbero essere le priorità UE nello sviluppo solare.

La Commissione europea ha ampiamente riconosciuto il contributo del fotovoltaico al processo di decarbonizzazione comunitario e ha fissato importanti obiettivi per questo settore: una capacità di 400 GW per il 2025, da aumentare a 700 GW entro il 2030. “L’energia solare ha bisogno di un massiccio incremento” spiega Ariel Brunner, vicedirettore di BirdLife Europa e Asia centrale. “Affinché la transizione energetica sia un successo è necessario accelerare i permessi senza compromettere le effettive tutele per le persone e la biodiversità”. “Perché questa trasformazione abbia successo, le politiche sul clima, l’energia e la biodiversità dovranno essere esaminate in modo olistico e rafforzarsi a vicenda”, ha aggiunto Seda Orhan, coordinatrice della campagna per le energie rinnovabili, CAN Europe.

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Sette richieste chiave per il solare sostenibile

Le sei realtà hanno evidenziato nella loro dichiarazione sette azioni chiave per garantire la crescita di un fotovoltaico sostenibile, in un percorso che premi rapidità ma anche qualità.

Nel dettaglio il consorzio chiede di designare rapidamente le aree prioritarie a minor impatto ambientale per una rapida diffusione dei progetti solari e di assegnare un numero sufficiente di esperti alle procedure di rilascio dei permessi a livello locale e nazionale. Ma anche di semplificare le procedure autorizzative, in primis per il fotovoltaico in edilizia, di rendere la rete un elemento essenziale della pianificazione e nel permitting, di garantire il massimo rispetto della legislazione ambientale esistente. Il tutto rendendo partecipi cittadini e comunità locali e non retrocedendo di un passo sull’obiettivo del 45% delle rinnovabili nei consumi 2030.

Le associazioni chiariscono anche la loro visione di “aree prioritarie”, ossia quelle zone che a detta dell’Esecutivo UE dovrebbero permettere una crescita delle rinnovabili rapida e facilitata. Per le  firmatarie queste aree dovrebbero essere designate per prime (un anno dopo l’entrata in vigore della direttiva) comprendendo:

  • Parcheggi, tetti, infrastrutture di trasporto, siti industriali o terreni di proprietà pubblica, ad es. vicino ad aree di trasporto, aree edificate in zone militari o in qualsiasi altra struttura artificiale.
  • Aree accuratamente designate a bassa biodiversità non destinate a misure di ripristino della natura (compresi i terreni agricoli).
  • Aree in cui i progetti agrivoltaici ottengono impatti positivi sulla natura circostante.

“Il solare e la protezione della biodiversità vanno di pari passo e la versatilità di questa tecnologia è un fattore chiave per la partecipazione energetica dei cittadini”, ha commentato Jonathan Bonadio, Senior Policy Advisor presso SolarPower Europe.Questa dichiarazione è uno strumento chiave per accelerare la distribuzione solare sostenibile”.