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Fotovoltaico, gli scienziati aggiungono un 30% all’energia in uscita

Fotovoltaico, gli scienziati aggiungono un 30% all’energia in uscita(Rinnovabili.it) – Superare gli attuali limiti del fotovoltaico. Questo l’imperativo che si è auto-imposto Joshua Pearce della Michigan Technological University. Pearce insieme ad un team della Queen University in Canada ha trovato un modo per aumentare la luce catturata dai pannelli solari e per incrementare l’output del 30% e oltre. Il lavoro, pubblicato nel Journal of Photovoltaics dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), si è focalizzato sull’intero sistema piuttosto che sui pannelli singoli.

 

I tradizionali impianti a terra istallano i pannelli in file distanziate per evitare che si facciano ombra l’un l’altro: una distanza che secondo gli scienziati è “uno spreco di spazio”. La soluzione è semplice, dice Pearce: riempire questo spazio con un riflettore per far rimbalzare la luce del Sole sui moduli. “I pannelli sono solitamente garantiti per 20 o 30 anni”, aggiunge il ricercatore Pearce, spiegando che la garanzia però, è valida solo a determinate circostanze. “Se si aumenta la quantità di luce incidente con un riflettore, si avranno maggiori sbalzi di temperatura e un irraggiamento non uniforme, e ottiche semplici possono produrre previsioni sbagliate sui possibili effetti”.

 

A causa dell’incertezza con i potenziali punti caldi, gli attuali riflettori planari annullano le garanzie. Pearce e colleghi hanno invece trovato un modo per prevedere tali effetti tramite la Funzione di Distribuzione della Riflettanza Bidirezionale (BRDF) che descrive la dipendenza della riflettività della superficie dalle geometrie d’illuminazione e d’osservazione. In altre parole, le equazioni BDRF descrivono come la luce rimbalza sulle superfici irregolari e predice come i raggi si disperderanno, creando luminosità indiretta e ombre. Dopo aver creato un modello previsionale per i collettori piani, i ricercatori hanno iniziato testare l’uso dei riflettori nello spazio “vuoto” tra i pannelli solari. Con pannelli standard, non inclinati in maniera ottimale con la latitudine, l’aumento dell’efficienza raggiunto è stato del 45 per cento; con moduli inclinati in maniera ottimale inclinato solo del 18 per cento ma i ricercatori sono convinti di poter raggiungere il 30 per cento.

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