Un impianto fotovoltaico resistente agli uragani
(Rinnovabili.it) – Un impianto fotovoltaico in grado di soddisfare il fabbisogno energetico locale ma, soprattutto, di resistere agli uragani che nella stagione delle piogge si abbattono sulla regione. È il nuovo progetto caraibico sviluppato da Masdar nello stato insulare di Antigua e Barbuda. L’iniziativa, battezzata Green Barbuda, è stata finanziata attraverso il Fondo per le energie rinnovabili degli Emirati Arabi Uniti-Caraibi (UAE-CREF), strumento che dal 2017 mira a implementare in 16 paesi dei Caraibi progetti per ridurre i costi energetici, aumentare l’accesso all’energia e migliorare la resilienza climatica.
In altre parole Antigua e Barbuda non sono state il primo paese a ricevere il sostegno del fondo. Già a marzo 2019 erano stati inaugurati tre impianti fotovoltaici, rispettivamente alle Bahamas (impianto da 925 kW), alle Barbados (850 kW) e a Saint Vincent e Grenadine (600 kW). Tutte queste installazioni hanno un fattore in comune: sebbene non riescano a soddisfare completamente il fabbisogno insulare, sono il primo grande tentativo per ridurre il consumo di diesel locale.
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Green Barbados
Elemento che caratterizza anche Green Barbados. Il progetto, come spiega la stessa Masdar, è un ibrido, ossia integra la tecnologia solare – 720 kW di pannelli – con un generatore diesel di riserva e una batteria da 863 kWh. Ma la produzione dei moduli fv dovrebbe da sola soddisfare pienamente l’attuale domanda energetica diurna dell’isola. E, cosa più importante, gli isolani potranno contare su un fotovoltaico resistente agli uragani.
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La resilienza climatica è un fattore irrinunciabile per un territorio ad alto rischio di eventi catastrofici. Basti pensare alla tragedia del 2017, quando l’uragano Irma si è abbattuto sulle Antille distruggendo il 95% di Barbuda e costringendo tutti i suoi 1.800 residenti a essere evacuati. Il nuovo progetto solare cerca di migliorare la resistenza insulare, per lo meno quella dell’approvvigionamento energetico. L’installazione può, infatti, resistere a venti che soffiano a 265 km orari assicurando una fornitura affidabile, oltre che pulita, per l’isola. E sebbene molto piccolo, in termini di dimensioni, l’impianto contribuisce al 15% dell’obiettivo rinnovabili 2030 dello Stato insulare.
“È un risultato fondamentale per gli Emirati Arabi Uniti-CREF aver guidato una trasformazione energetica ad Antigua e Barbuda su tale scala”, commenta SE Mohamed Saif Al Suwaidi, Direttore Generale dell’ADFD, il Fondo per lo sviluppo di Abu Dhabi che sostiene economicamente l’UAE-CREF. “Il progetto ha preso in considerazione l’elevata dipendenza del paese dalle importazioni di combustibili fossili per il fabbisogno energetico, nonostante abbia il potenziale per sfruttare l’energia solare, eolica e geotermica. Questa iniziativa evidenzia la straordinaria capacità dell’energia pulita di guidare lo sviluppo socioeconomico. Ecco perchè l’ADFD sta moltiplicando i suoi sforzi per accelerare la transizione energetica nel mondo in via di sviluppo”.