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Fotovoltaico residenziale in Italia, un grandissimo potenziale non sfruttato

Dal Forum 2021 di Italia Solare un momento di approfondimento sul ruolo degli impianti domestici, tra vecchie sfide e nuove opportunità

Fotovoltaico residenziale in Italia
Credits: Forum Italia Solare 2021

Semplificazione e stabilità, la chiave per far crescere il fotovoltaico residenziale in Italia

(Rinnovabili.it) – Inutile negarlo: una volta arrestato il Conto Energia, le grandi installazioni solari nazionali hanno iniziato a franare. A crescere è stata invece la piccola generazione fotovoltaica, soprattutto quella a livello domestico e commerciale. Settori non privi di sfide ma che hanno saputo dare una mano alla decarbonizzazione del Paese, avanzando con costanza. A dimostrarlo sono oggi i numeri presentati dal Forum Italia Solare 2021. L’appuntamento, tenutosi a Roma l’1 e 2 dicembre, ha messo a confronto istituzioni, operatori ed esperti su un preciso obiettivo: modalità e tempistiche per centrare gli obiettivi di sviluppo del fotovoltaico al 2030-2050 in ogni singolo segmento.

La due giorni ha dedicato uno spazio speciale al fotovoltaico residenziale (≤12 kW), tra le principali leve moderne della generazione distribuita italiana. Oggi il comparto conta centinaia di MW installati con una taglia media di circa 4,4 kW ma le sue potenzialità risultano sfruttate da meno del 10% delle case italiane. “La distribuzione geografica è abbastanza eterogenea ma se guardate i numeri delle singole regioni e li rapportate con quello che è l’edificato residenziale in Italia, potrete notare come non si sia neppure iniziato”, ha commentato in apertura della sessione Andrea Brumgnach, il vice Presidente di Italia Solare. “C’è un’enorme potenzialità di sviluppo del settore”.

Qualche importante cambiamento nell’ultimo anno c’è stato a partire dalla crescita della potenza media installata – passata da 4,4 kW sopracitati ai 4,9 kW – dietro la spinta del Superbonus. Ma soprattutto il comparto continua a trainare l’energy storage nazionale associandosi oggi a ben 500 MWh di accumulo elettrochimico, principalmente con tecnologia a ioni di litio. Anche in questo caso la differenza l’ha fatta la detrazione Irpef del 110% per il lavori di efficientamento energetico in edilizia.

Un appeal mostrato anche dal sondaggio che Italia Solare ha somministrato ad oltre 300 operatori del settore: la quasi totalità sta oggi operando nel regime del superbonus. E la richiesta di usare la detrazione arriva quasi sempre per prima dai clienti finali, tramite l’istanza dello sconto in fattura. “Alcuni elementi come la Cilas hanno semplificato tantissimo l’operativa e la messa in pratica di questo meccanismo, creando poi quel trend di crescita”, ha aggiunto Brumgnach sottolineando la necessità che venga data continuità a tale misura con una pianificazione pluriennale.

Discorso non toppo dissimile per l’ecobonus del 50%, altro grande strumento per il fotovoltaico residenziale in cerca di stabilità. Anche in questo caso, il sondaggio mostra come l’incentivo venga richiesto dal cliente finale tramite lo sconto in fattura. “È una delle misure più importanti per dare supporto alla decarbonizzazione e alla riduzione dei costi energetici per le famiglie”, ha spiegato il vice Presidente di Italia Solare. “Chiediamo stabilità, è l’unico elemento che permette ad un imprenditore in qualsiasi settore di elaborare una pianificazione a medio lungo termine”.

Ovviamente vi sono anche difficoltà da risolvere lungo strada. Difficoltà come il decreto anti-frodi che ha portato “ad uno stop repentino di una parte del mercato”. O le proposte di modifica del superbonus, dove il fotovoltaico “sembra essere l’unico intervento scomparso al 30 giugno, anche nei condomini”.

Sulla necessità di una continuità programmatica dei bonus interviene anche Filippo delle Piane, vicepresidente Ance. “Lavoriamo in un settore che prevede tempi lunghi di pianificazione e messa in opera […], il bonus è un arma importante, ma perché possa produrre i risultati aspettati, c’è bisogno del tempo necessario per poterci lavorare”. Tempo che per un comparto come quello edilizio si traduce necessariamente anche in un fattore di maggiore sicurezza.

Una delle grandi possibilità di crescita per fotovoltaico residenziale arriva oggi dalle nuove formule dell’autoconsumo incentivato: i gruppi di autoconsumo e le comunità energetiche rinnovabili. Dove reperire le risorse per i progetti che vanno oltre il confine del condomino? Nei comuni fino a 5.000 abitanti un aiuto arriverà dallo Stato. Il PNRR prevede infatti lo stanziamento di 2 miliardi di euro per finanziamenti 100% dell’impianto. Sopra invece, spiega Emilio Sani, Consigliere Italia Solare, “servono interventi normativi che consentano alle comunità e alle PMI di avere acceso ai fondi di garanzia […] questa è una strada che ancora non c’è” ma “si sta studiando. E noi come associazione stiamo facendo delle proposte”. Una seconda strada sarà l’intervento delle aziende dal momento che le CER possono ospitare impianti di proprietà di terzi. “Quindi fondamentale saranno gli investimenti dei privati per la realizzazione degli impianti, mettendoli dietro un pagamento del canone a disposizione della comunità. Ed è molto importante che questo investimento sia quanto più possibile semplice”.

Alcuni dei nodi da sciogliere per il futuro del fotovoltaico residenziale hanno bisogno anche di una riflessione che parta dall’interno “Noi facciamo un’ottima lobby politica ma cerchiamo di lavorare molto sul lato tecnico per semplificare tutto ciò che complica il sistema, anche in maniera diretta”, ha commentato Averaldo Farri, Direttore Generale – Green Innovation Zucchetti Centro Sistemi. “Non c’è nulla di male a portare degli installatori al GSE, per esempio, affinché il gestore capisca quali sono i problemi che le nostre aziende incontrano sul mercato”.

Secondo il Senatore Gianni Girotto, Presidente della X Commissione al Senato, “Le autorizzazioni sono vero nodo cruciale su cui dobbiamo proseguire nella serata della semplificazione. Qualcosa è stato fatto il decreto Semplificazioni, qualcosa con il decreto Governance […] ma dobbiamo fare decisamente di più”.