L'impianto fotovoltaico Horizon Energy da 16 MW sarà uno dei primi a testare l’efficienza delle eco-batterie Aqueous Hybrid Ion
(Rinnovabili.it) – Quando è stata presenta per la prima volta, Aqueous Hybrid Ion aveva raccolto facili entusiasmi ma anche parecchio scetticismo. In barba ai pronostici negativi che volevano un mercato non ancora maturo per questa tecnologia, la prima batteria a base di acqua salata si è ritagliata velocemente una nicchia. E le prime applicazioni sono già realtà. Come quella di Puerto Rico, dove una batteria Aquesos da 1.2 5MWh di capacità è stata integrata all’impianto fotovoltaico Horizon Energy da 16 MW.
L’obiettivo, facilmente intuibile, è quello di rendere la produzione della centrale fotovoltaica il più costante possibile. L’installazione sarà controllata utilizzando un particolare software di monitoraggio sviluppato da Geli (Growing Energy Labs Inc) della California, che avrà il compito di bilanciare domanda e richiesta, affinché la fornitura di energia si pressoché continua anche di notte.
“Questo progetto è un grande esempio di come sia possibile lo spostamento de carico di base solare su larga scala con l’accumulo di energia”, ha dichiarato in occasione dell’inaugurazione della batteria il CEO Aquion Energy, Scott Pearson. “Le nostre batterie sono ottimizzate per cicli di carica e scarica di lunga durata”. La Aqueous Hybrid Ion non utilizza sostanze chimiche dannose, come il piombo, né prodotti chimici infiammabili o esplosivi. È composta solo da acqua salata come elettrolita, un catodo in sodio e ossido di manganese e un anodo in carbonio composito, separati da cotone sintetico. A convincere sono soprattutto le straordinarie performance: oltre ad un ciclo di vita molto alto, sono in grado di rimanere in parziale stato di carica e presentano un’ampia gamma di temperature di funzionamento (con minima degradazione).
Accanto ai primi ordini, la società produttrice ha accumulato anche diversi riconoscimenti tra cui il Cradle to Cradle Certified Bronze, che premia processi produttivi che assimilano i materiali usati a elementi naturali e rinnovabili, e il Lemelson–MIT Prize del Massachusetts Institute of Technology, il premio più importante a livello economico per gli “inventori” negli Stati Uniti.