(Rinnovabili.it) – La Cina si è guadagnata il titolo di regina del fotovoltaico, una carica assegnatele non solo grazie al trascinate trend di crescita della capacità solare nazionale, ma anche per un’industria che, crisi a parte, gioca un ruolo da gigante nello scacchiere internazionale. Ma quanto in questo aspetto possono rientrare i minori vincoli ambientali nella produzione? Secondo lo studio della Northwestern University e l’Argonne National Laboratory del DoE statunitense, i pannelli solari fabbricati in Cina possiedono un’impronta ambientale complessiva sensibilmente maggiore a quelli realizzati in Europa.
Il rapporto americano ha confrontato le emissioni di energia e gas a effetto serra connessi al processo di produzione nelle due potenze, scoprendo che l’impronta di carbonio di un modulo fotovoltaico è due volte più elevato quando realizzato in Cina e utilizzato in Europa, rispetto a quelli realizzati a livello locale nel Vecchio Continente. “Spostare la produzione di pannelli solari dall’Europa alla Cina potrebbe sembrare un’opzione economicamente interessante, ma in realtà è meno sostenibile – dall’energia del ciclo di vita e alla prospettiva ambientale – soprattutto se la motivazione ad utilizzare il fotovoltaico è quella di realizzare un futuro più sostenibile”, spiegano i ricercatori.
Il team ha eseguito una valutazione sistematica, denominata analisi del ciclo di vita, calcolando tutta l’energia utilizzata per realizzare il prodotto: supponendo che un pannello solare sia realizzato in silicio e che venga istallato nel sud dell’Europa, se “Made in China” quello stesso pannello dovrebbe “lavorare” fino ad un 30% in più per compensare l’energia utilizzata per realizzarlo. La ragione principale è che la Cina applica un minor numero di vincoli ambientali e standard di efficienza alle sue fabbriche e impianti e produce più elettricità da carbone che da fonti rinnovabili, spiegano gli autori. “Ci vuole un sacco di energia per estrarre e processare il silicio di grado solare, e in Cina, l’energia tende a venire da fonti energetiche sporche e da processi meno efficienti di quelli europei”. In altre parole “meglio pannelli e buoi dei Paesi tuoi”.