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Fotovoltaico, per alimentare il mondo basta l’1% di superficie

(Rinnovabili.it) – Fotovoltaico e territorio possono instaurare una sana relazione, che non pregiudichi lo sviluppo del primo né danneggi o sacrifichi il secondo. Lo rende noto il WWF che in un recente rapporto spiega perché sia infondata la percezione comune che la tecnologia fotovoltaica sia condannata a rubare ampie superfici per poter vantare una grande potenza.

 

Il documento, intitolato “Solar PV Atlas: l’energia solare in armonia con la natura, è stato redatto in collaborazione con First Solar, 3TIER e Fresh Generation e presentato dall’associazione ambientalista a margine del World Future Energy Summit di Abu Dhabi. Attraverso la presentazione di sette casi differenti in territori altrettanto differenti – Indonesia, Madagascar, Messico, Marocco, Sud Africa, Turchia, e lo stato indiano del Madhya Pradesh – lo studio mostra come sia possibile, entro il 2050, ricorre ad un rifornimento elettrico globale al 100% fotovoltaico, occupando con gli impianti meno dell’1% della superficie totale.

 

Le regioni in questione rappresentano aree geografiche diverse per dato demografico, ambientale, economico e politico e gli autori del report mostrano come la tecnologia fotovoltaica, se ben pianificata, non sia in conflitto con gli obiettivi di conservazione. “Ora che i cambiamenti climatici minacciano sempre più persone e il mondo naturale – spiega Samantha Smith, leader della Global Climate Initiative del WWF – è importante lavorare per una rapida adozione su vasta scala di impianti ad energia rinnovabile ben situati e gestiti in modo responsabile. Tutela dell’ambiente e delle energie rinnovabili possono e si stanno sviluppando in parallelo”.

 

Continua Mariagrazia Midulla del WWF Italia “Secondo il Presidente della Repubblica Francese, Francois Hollande, intervenuto a Dubai, servono le rinnovabili per evitare la catastrofe. Ma in Italia continuano a prevalere gli interessi degli idrocarburi e la mancanza di capacità di futuro. Il rapporto del WWF dimostra che la soluzione è a portata di mano, e non contrappone paesaggio, conservazione della Natura e rinnovabili. Gli assolati tetti delle nostre città, delle industrie e dei centri commerciali, oltre che le tante aree dimesse, non vedono una forte presenza di impianti solari, al contrario di quel che avviene in Paesi con meno insolazione. Potremmo ricominciare da lì”.

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