Cresce l’interesse per il fotovoltaico offshore in Europa
(Rinnovabili.it) – La tecnologia solare ha preso letteralmente il largo. Dopo il primo impianto di fotovoltaico offshore lanciato nelle acque olandesi lo scorso anno, un nuovo progetto è pronto a testarne le potenzialità. Le società del settore petrolifero Equinor e Saipem hanno, infatti, siglato in questi giorni un accordo di cooperazione per sviluppare assieme un sistema pv galleggiante adatto ai siti costieri.
La tecnologia “messa a bagno” sarà quella sviluppata dalla norvegese Moss Maritime, controllata della nuova divisione XSight di Saipem. La società ha creato un design ad hoc che facilita la costruzione e la riparazione di impianti di fotovoltaico offshore. Nel dettaglio, la piattaforma galleggiante può essere personalizzata per adattarsi a differenti posizionamenti e diverse necessità di potenza installata. Ed è stata progettata per resistere alle onde senza che i pannelli solari subiscano danni.
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“Questa soluzione ha una doppia applicazione: è adatta per aree in cui non vi sono grandi bacini idrici e anche per quelle molto ventose”, ha dichiarato Moss Ida Husem, CEO di Moss Maritime. “L’accordo con Equinor va nella direzione presa da Saipem e Moss Maritime verso lo sviluppo di nuove tecnologie legate all’energia pulita”.
La società, ribadisce Husem, “è costantemente alla ricerca di opportunità in cui applicare la propria esperienza nella progettazione e servizi di ingegneria”.
Il sistema ha un design modulare sviluppato appositamente per facilitare la fabbricazione, il trasporto e l’installazione in loco. Come parte dell’accordo di cooperazione, Equinor e Moss Maritime “uniranno le loro esperienze e il loro know-how per sviluppare ulteriormente il concept”. L’obiettivo? Mettere a punto “un approccio competitivo ed economico in grado di soddisfare la crescente domanda di soluzioni di energia rinnovabile”.
La partita è ancora all’inizio e le sfide tecniche del fotovoltaico offshore sono ancora enormi ma il settore ha buone potenzialità. Un rapporto 2018 della Banca mondiale aveva calcolato che il solare galleggiante avesse ben 400 GW da sfruttare nel mondo. L’ipotesi, a detta della stessa banca, è piuttosto conservativa e prende in considerazione solo le acque terrestri (pit-lake, baci idroelettrici, ecc.). Portare i pannelli solari in mare aperto potrebbe, dunque, aumentare esponenzialmente la capacità sfruttabile.
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