(Rinnovabili.it) – Cosa hanno in comune i fari e i sistemi di propulsione spaziale di ultima generazione? Sono entrambe applicazioni pratiche delle lenti di Fresnel, dispositivi che possiedono la stessa capacità delle lenti regolari di rifrangere e concentrare la luce, ma con minore spessore e peso. Originariamente impiegate nei fari per riuscire a proiettare fasci di luce per diversi chilometri sopra l’oceano, a partire dalla metà del 20 secolo sono accorse in aiuto alla tecnologia fotovoltaica. Con l’ausilio delle lenti Fresnel infatti, una cella solare con una ridotta superficie è in grado di generare la stessa quantità di elettricità di una con una superficie più grande. Sulle potenzialità di questa tecnologia è tuttora al lavoro il Glenn Research Center della NASA.
Un team di ingegneri della famosa agenzia spaziale americana ha recentemente impiegato queste speciali lenti per realizzare un impianto fotovoltaico in miniatura in grado di concentrare 20 volte i raggi del sole. SolarVolt, questo il nome dell’impianto sperimentale, è stato sviluppato in collaborazione con la Entech Solar e utilizza lenti di Fresnel grandi appena poche decine di micrometri di spessore che concentrano la luce solare su una piccolissima cella “multi-giunzione”. Il risultato? Le lenti moltiplicano la luce in entrata di venti volte. La tecnologia – secondo il team di scienziati – potrebbe portare a impianti fotovoltaici molto più piccoli, o e migliorare notevolmente l’efficienza delle istallazioni solari di grandi dimensioni.