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Fotovoltaico indoor, le nuove forme dell’energia

Il consorzio europeo ARTESUN ha migliorato l'efficienza delle celle solari organiche per innovative applicazioni, adattabili sia all’esterno che all’interno di un edifico

Fotovoltaico indoor, le nuove forme dell’energia

 

(Rinnovabili.it) – Facilmente stampabile, economico e al tempo stesso efficiente. Queste le tre caratteriste del fotovoltaico organico a cui sta lavorando da tre anni il progetto Artesun. L’obiettivo dell’iniziativa è di avvicinare al mercato nuove applicazioni solari, adattabili sia all’esterno che all’interno degli edifici.

Artesun ha combinato competenze multidisciplinari e complementari di gruppi di ricerca europei di primo livello (tra cui il Fraunhofer Ise e l’Imperial College di Londra) con quelli dell’industria di settore su un triplice obiettivo: realizzare pannelli con un’alta resa, adattabili a supporti differenti e dotati di una lunga vita.

 

artesunIl consorzio, di cui fanno parte otto partner di altrettanti Paesi, ha creato materiali ad alte prestazioni capaci di innalzare l’efficienza dei moduli organici sopra il 15%, elemento necessario per la loro commercializzazione. E lo ha fatto con un processo produttivo a buon mercato.

I risultati della ricerca – presentati in un convegno a fine dicembre – hanno la forma di tre differenti applicazioni per il solare integrato. Una di queste è un modulo antenna di fotovoltaico inspirato geometricamente a un fiore e ottimizzato per operare in intensità di luce bassa o variabile. È stato costruito usando la rotocalcografia, ed è in grado di alimentare un sensore radio e ambientale all’interno di rete wireless distribuita.

 

Il consorzio ha messo a punto anche un array di facciata da integrare negli elementi strutturali dell’edificio spiegando che “la potenziale accettabilità del mercato, in termini di proprietà soggettive generali (robustezza, colore, design, riflesso, ecc.), è stata testata per mezzo di un comitato di esperti di ispezione visiva che assegnava punteggi da 0 a 10″, si legge in una nota stampa del progetto. “Il risultato mostra un’accettazione generale eccellente, tra 7 e 8, per questo prodotto BIPV”. Tra le applicazioni finali anche un’etichetta RFID dove un mini modulo organico sostituisce la tradizionale batteria: l’elemento fotovoltaico alimenta tutte le comunicazioni wireless tra l’etichetta stessa e il suo lettore, insieme al dispositivo di sensore integrato.