Doppio solvente e un eccesso di precursori, questi i “trucchi” della Brown University per aumentare le prestazioni del fotovoltaico in perovskite
(Rinnovabili.it) – Il fotovoltaico in perovskite supera finalmente la soglia del 20% d’efficienza. Grazie ad un nuovo metodo di fabbricazione delle celle solari un gruppo di ricerca della Brown University e del National Renewable Energy Lab, ha segnato un record nel campo del solare low cost. Il fotovoltaico in perovskite è relativamente economico da produrre e, grazie all’attenzione ricevuto dalla ricerca internazionale, la sua capacità di convertire la luce in elettricità è aumentata rapidamente negli ultimi anni. Ed è aumentata a tal punto che il gruppo di scienziati ha riportato efficienze superiori al 20%, un valore in grado di competere con celle tradizionali in silicio. Tuttavia è d’obbligo fare una precisazione: tali risultati si sono ottenuti in dispositivi di test grandi solo un decimo di un centimetro quadrato, e dunque troppo piccoli, per ora, per essere utilizzati in un pannello solare reale.
“L’uso di piccole celle per le prove di efficienza ha spinto alcuni a mettere in discussione il confronto del fotovoltaico in perovskite con altre tecnologie solari consolidate”, spiega Nitin Padture, professore di ingegneria presso la Brown e uno degli autori della nuova ricerca. “Ma qui abbiamo dimostrato che è possibile ottenere comunque un’efficienza del 15% sulle celle più grandi di un centimetro quadrato attraverso una migliore elaborazione. Si tratta di un vero progresso”.