(Rinnovabili.it) – Il fotovoltaico approda anche sulle dighe brasiliane. Nel tentativo di limitare il ricorso alle centrali idroelettriche, il Governo è pronto ad estendere un programma pilota di solarizzazione anche sui grandi bacini idroelettrici nazionali. Secondo quanto rivelato dal Ministero delle Miniere e dell’Energia, Eduardo Braga, al Rio Times, il progetto dovrebbe iniziare entro i prossimi 120 giorni, ricalcando da vicino quanto proprio in questi sta facendo un’altra grande economia emergenti: l’India. Nuova Dehli sta completando proprio in questi giorni la costruzione della centrale fotovoltaica più grande mai istallata su una diga; la chiusa in questione sarebbe quella di Morbe, sul fiume Dhavari, che presterà la sua parete inclinata all’istallazione di 20 MW solari. Una scelta innovativa che sembrerebbe fare gola anche al Brasile, alle prese oggi con una siccità senza precedenti che ha portato i livelli produttivi di queste centrali al loro livello più basso dal 2001, quando la nazione sudamericana è stata costretta a razionare l’energia.
Attualmente il Brasile soddisfa il 70% delle sue necessità elettriche attraverso le centrali idroelettriche, con un programma di nuovi impianti dalle dimensioni importanti e preoccupanti al tempo stesso. Ma se fino a ieri i diritti delle popolazioni che dimorano nella foresta ai bordi del fiume e la tutela della biodiversità del luogo non hanno mai rappresentato un deterrente alla corsa all’idroelettrico (la loro realizzazione comparto la sommersione di migliaia e migliaia di ettari di terreno), qualcosa in più sta facendo la crisi idrica, unitamente alla pressione sulle finanze pubbliche ha portato Brasilia a diversificare la propria matrice energetica. “Stiamo inserendo l’innovazione tecnologica, un maggior numero di linee di trasmissione, e stiamo diversificando la nostra fonte di generazione di energia, introducendo l’energia solare in modo più vigoroso”, ha spiegato il ministro Braga. Secondo quanto rivelato dal politico brasiliano, la nuova tecnologia sarà caratterizzato da pannelli solari galleggianti ed utilizzerà le linee di trasmissione già esistenti. Il primo a sperimentarla sarà l’impianto di Balbina Hydroelectric Reservoir.