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Il fotovoltaico HBC di LONGi raggiunge il 27,09% di efficienza

fotovoltaico HBC
Credits: LONGi

 Nuovi passi avanti per le celle fotovoltaiche Heterogiunzione Back Contact

(Rinnovabili.it) Nuovo record mondiale per il produttore LONGi. Il suo fotovoltaico HBC ha raggiunto un’efficienza 27,09%, valore certificato in maniera indipendente dall’Istituto per la ricerca sull’energia solare Hamelin (ISFH) in Germania. Il risultato sposta leggermente in avanti le prestazioni del solare in silicio monocristallino e supera il record di efficienza raggiunto dalla stessa LONGi a novembre dello scorso anno.

“L’innovazione è il fulcro della competitività delle imprese e LONGi è impegnata a sfruttare al meglio l’energia solare per costruire un mondo verde”, ha affermato Zhenguo Li, fondatore e presidente dell’azienda. “Noi di LONGi crediamo che il fotovoltaico svolgerà un ruolo cruciale nella transizione energetica mondiale”.

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Cosa è il fotovoltaico HBC?

Ma cosa intendiamo quando parliamo di fotovoltaico HBC? La sigla sta per “Heterogiunzione Back Contact” (letteralmente “eterogiunzione e contatto posteriore”, e indica una nuova tecnologia che combina i vantaggi di due approcci differenti: la tradizionale cella solare in Si con eterogiunzione (HJT) in cui un’unità in silicio cristallino è inserita tra due strati di silicio amorfo a “film sottile; una cella IBC (“a contatto posteriore interdigitato”) che possiede tutti i contatti sul retro per consentire alla faccia anteriore di assorbire la luce senza alcuna ombreggiatura e ostacolo.

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Le celle solari HBC di LONGi

In questo campo l’azienda ha messo a punto un nuovo approccio progettuale. Per ridurre il problema degli elevati costi di modellazione per le celle a contatto posteriore, il team di ricerca e sviluppo di LONGi ha abbandonato il costoso processo di fotolitografia, sviluppando uno interamente basato sul laser. Il fotovoltaico HBC di LONGi possiede anche altri vantaggi. Rispetto alle celle solari a eterogiunzione bifacciali, ha bisogno di minori quantità di strati di ossido di indio-stagno (ITO). La società ha sviluppato uno strato di ossido conduttivo trasparente (TCO) ultrasottile che impiega solo un quinto di indio rispetto al solare HJT bifacciale, con un ulteriore risparmio sui costi.

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