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Fotovoltaico galleggiante: a Singapore il laboratorio più grande al mondo

Dieci differenti sistemi solari da 100 kW ciascuno saranno testati sulle acque del bacino della Tengeh Reservoir. Obiettivo: valutare l’impatto ambientale ed economico della tecnologia

Fotovoltaico galleggiante: a Singapore il laboratorio più grande al mondo

 

 

(Rinnovabili.it) – Potrebbe il fotovoltaico galleggiante costituire l’opzione rinnovabile più valida per i Paesi insulari e peninsulari? Singapore proverà a rispondere a questa domanda con la realizzazione del laboratorio solare offshore più grande al mondo. Il banco di prova è il bacino d’acqua dolce della Tengeh Reservoir, dove l’Economic Development Board (EDB) e la Public Utilities Board (PUB) hanno inaugurato in questi giorni la prima fase di un progetto ambizioso: dieci diversi tipi di strutture galleggianti e moduli fotovoltaici, per una potenza di circa 100 kW a testa disposti su quasi 10mila metri quadrati della superficie del bacino.

 

Sì perché, l’obiettivo con cui è stato costruito il gigantesco impianto flottante non è tanto produrre energia pulita quanto permettere ai ricercatori dell’Istituto Seris, disporre di un immenso banco di prova dove studiare fattibilità economica, resa e impatti sulla biodiversità di differenti tecnologie fotovoltaiche. Fino ad oggi la quasi totalità di istallazioni di fotovoltaico galleggiante sono state realizzate su serbatoi idrici artificiali. Ma i bacini d’acqua dolce naturali pongono sfide diverse, dal momento che i pannelli impediscono il passaggio della luce e influenzano l’evaporazione.

Singapore-Solar

 

 

Il fotovoltaico galleggiante di Singapore

Dopo un primo periodo di valutazione di circa sei mesi, i ricercatori si concentreranno su i due sistemi rivelatisi più performanti e solo questi due passeranno alla seconda fase. Nello specifico, ad aprile del 2017, le due tecnologie solari amplieranno la potenza istallata fino a 1 M ciascuna. L’Istituto di ricerca Seris ha sviluppato una soluzione di monitoraggio innovativa che registra i movimenti lungo tre dimensioni nonché le loro rispettive rotazioni in tempo reale. Questa soluzione dovrebbe rivelarsi particolarmente utile, in futuro, per le strutture fotovoltaiche offshore che non può essere visibili da terra. Tan Nguan Sen, Public Utilities Board, ha spiegato che nel frattempo saranno condotti tre studi separati che valutare l’impatto sull’evaporazione dell’acqua, la qualità dell’acqua e la biodiversità.

 

“I risultati degli studi ambientali ci permetteranno di prendere decisioni più consapevoli su come alcuni dei nostri serbatoi possano essere in grado o meno di supportare sistemi di fotovoltaico galleggiante in futuro, dopo aver preso in considerazione la sostenibilità economica”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.