Il produttore SolarWorld vorrebbe replicare la sua 'Coalition for American Solar Manifacturing’ anche nella UE e chiedere Bruxelles di varare misure anti-dumping contro l’import cinese
A decidere il destino del mercato europeo saranno le imprese stesse; perché infatti l’UE sia obbligata a prendere in mano la questione è necessario che più di un quarto del segmento fotovoltaico d’Europa firmi la petizione anti-dumping. A quel punto Bruxelles avrà a disposizione 45 giorni prima di decidere quale azione intraprendere. “Siamo fiduciosi”, ha confidato Milan Nitzschke, vice presidente di SolarWorld a EurActiv. “Tutti nel settore manifatturiero sono stati colpiti [dalle azioni della Cina], quindi riusciremo a formare una vasta coalizione [con] un numero di aziende provenienti da diversi Stati membri dell’UE almeno di due cifre.”Prima di agire, ovviamente, l’Unione dovrà valutare se vi è la prova evidente che il “Made in China” abbia causato un danno è ad una quota significativa del settore europeo.