Ambient Photonics ha sviluppato una cella solare organica DSSC unica nel suo genere. É in grado di fornire fino a 3 volte più energia rispetto ad altre soluzioni fotovoltaiche per interni in condizioni di scarsa illuminazione
Adatto a trasformare qualsiasi fonte luce in energia
(Rinnovabili.it) – Una nuova era per l’elettronica potrebbe presto essere inaugurata dall’ultima innovazione tecnologica firmata Ambient Photonics. L’azienda californiana porterà in mostra al CES 2024 – in programma a Las Vegas dal 9 al 12 gennaio – alcuni prodotti reali alimentati con il suo nuovo fotovoltaico bifacciale da interni. Telecomandi, tastiere wireless, sensori e altri dispositivi domestici intelligenti e connessi in grado di funzionare batterie e alimentatori aggiuntivi.
Il principio alla base è quello delle prime calcolatrici solari ma con una grande differenza: non sarà necessaria l’esposizione diretta alla luce del sole. Il fotovoltaico bifacciale da interni creato da Ambient Photonics riesce a lavorare con qualsiasi fonte luminosa. Ed è addirittura in grado di fornire fino a 3 volte più energia rispetto ad altre soluzioni solari per interni in condizioni di scarsa illuminazione. Il segreto? Una nuova cella DSSCs (dye-sensitized solar cell), tecnologia fotovoltaica organica che impiega un colorante come materiale attivo.
Fotovoltaico DSSC indoor
Negli anni passati le DSSC o celle di Gratzel (dal nome del loro inventore) hanno già raggiunto un primo tentativo di industrializzazione ma non senza ostacoli. A cominciare dall’impiego dell’elettrolita liquido che presenta problemi di stabilità termica. A basse temperature può congelare, interrompendo la produzione di energia e causando danni. A temperature più elevate, invece, può espandersi rendendo la sigillatura dei pannelli un serio problema.
Di contro le DSSC offrono vantaggi innegabili che continuano a solleticare gli appetiti della ricerca mondiale. La loro efficienza si colloca vicino a quella dei dispositivi fotovoltaici a film sottile, offrendo la stessa buona robustezza meccanica. L’ultimo grande successo in questo campo lo ha raggiunto del Politecnico di Losanna. La sua cella di Gratzel ha mostrato un’efficienza di conversione record del 15,2% in condizioni di luce solare simulata standard e una stabilità operativa a lungo termine per oltre 500 ore. Inoltre rappresenta un candidato ideale per il fotovoltaico indoor. È stato dimostrato infatti che è possibile, attraverso una progettazione attenta dei coloranti ,ottenere una buona corrispondenza spettrale con le luci interne diffuse e quelle artificiali.
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Il fotovoltaico bifacciale per interni di Ambient Photonics
La cella solare bifacciale per interni dell’azienda californiana raccoglie energia luminosa contemporaneamente dalla parte posteriore e anteriore della cella solare. “La nostra tecnologia delle celle solari bifacciali rappresenta un punto di svolta per tutti i tipi di dispositivi“, ha spiegato Marshall. “Possiamo immaginare una serie di prodotti connessi, tra cui etichette elettroniche per scaffali, sensori per edifici e altro ancora, che non solo si alimentano in modo più efficace con la luce ambientale, ma possono anche essere progettati e montati in una varietà di modi flessibili, funzionando indipendentemente dalla forma o dall’orientamento“.
Ma il fotovoltaico indoor della società, nella versione monofacciale, ha già raggiunto il mercato. Al CES 2024, i visitatori potranno dare uno sguardo alle prime soluzioni realizzate in collaborazione con produttori di elettronica, del calibro di Universal Electronic, Chicony e E Ink. L’azienda offrirà, inoltre, una dimostrazione del suo nuovo fotovoltaico bifacciale da interno e dei guadagni ottenibili in termini di produzione energetica. “Non esiste modo migliore per apprezzare il potenziale rivoluzionario della tecnologia delle celle solari Ambient che vederla in azione”, ha affermato Marshall. “Stiamo già spedendo celle ai produttori di dispositivi e presto tutti potranno godere dei vantaggi dell’elettronica senza batteria”.