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Fotovoltaico: scoperto in Algeria un enorme giacimento di silicio

Il Paese può allestire una filiera del fotovoltaico dopo aver trovato un deposito da 6 milioni di tonnellate che considera “la scoperta del secolo”

Fotovoltaico scoperto in Algeria un enorme giacimento di silicio

 

(Rinnovabili.it) – L’Algeria si scopre ricca di silicio e prepara il rilancio della filiera nazionale del fotovoltaico. Le autorità algerine hanno annunciato la scoperta di un enorme giacimento vicino a Sig, piccolo centro della provincia di Mascara fra Orano e la catena dell’Atlante. Secondo le stime ufficiali il giacimento ha una capacità di circa 6 milioni di tonnellate: abbastanza per avere un impatto rilevante sui progetti nel comparto delle energie rinnovabili, in quanto il silicio è essenziale per la fabbricazione delle celle fotoelettriche.

 

Per Hafiz Aourag, direttore generale della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico del ministero dell’Istruzione, il ritrovamento è “la scoperta del secolo”. L’annuncio può sembrare altisonante e ottimista, ma contiene un elemento di verità perché potrebbe far decollare il settore algerino delle rinnovabili. Infatti il silicio è il secondo elemento chimico più abbondante del pianeta dopo l’ossigeno (costituisce il 27% della crosta terrestre), ma quello utilizzato per i moduli fotovoltaici è il silicio di grado solare che, per essere tale, presuppone buone riserve di sabbie quarzifere e un certo processo di estrazione e di lavorazione industriale. In altre parole, oltre alla materia prima bisogna disporre delle tecnologie industriali di raffinazione.

L’Algeria ha entrambi questi elementi: il giacimento di Sig appare decisamente promettente e il suo ritrovamento è frutto della cooperazione scientifica con il Giappone avviata nel 2011 nell’ambito del progetto Sahara Solar Breeder. L’entusiasmo delle autorità algerine è comprensibile visto che il mercato mondiale del silicio ad uso fotovoltaico per il 90% è in mano a Stati Uniti, Germania, Cina e Giappone. Lo stesso discorso vale per i fornitori, tra cui si annoverano il gruppo chimico giapponese Tokuyama, la statunitense Hemlock e la tedesca Wacker Chemie. La scoperta di Sig quindi proietta il paese maghrebino – almeno potenzialmente – nell’Olimpo dei fornitori, un’inversione di rotta visto che per il momento l’Algeria è costretta a importarne. E la cooperazione col Giappone ha già registrato alcuni importanti passi avanti: lo scorso giugno è stato inaugurato un forno a induzione con tecnologie avanzate per la raffinazione del silicio.

 

Fotovoltaico scoperto in Algeria un enorme giacimento di silicio 3

 

Una cooperazione che i due paesi intendono rilanciare. La prossima tappa è un test di fattibilità per la produzione di energia solare nel Sahara algerino e il suo trasferimento verso il nord del paese. “La proprietà del giacimento è al 100% algerina, fatto che permetterà di fabbricare i cavi per il trasporto dell’energia solare e per la produzione di pannelli fotovoltaici”, ha concluso Aourag. L’obiettivo finale è proporsi come principale fornitore verso l’Europa di energie rinnovabili.

In prospettiva, gli investimenti algerini in questo settore potrebbero dare ossigeno a un’economia in affanno a causa del crollo verticale del prezzo del petrolio. Ma per vederne i primi frutti occorre attendere, e non è detto che l’Algeria possa permettersi di aspettare a lungo. Il governo sarà costretto a inserire misure draconiane nella legge di stabilità 2016 che sarà presentata e discussa nelle prossime settimane. Nei primi sei mesi del 2015 le esportazioni di olio e gas sono crollate di oltre il 40%. Con gli idrocarburi che pesano per il 95% delle entrate, l’Algeria teme un buco di proporzioni enormi nel budget statale. La tentazione di sfruttare i giacimenti di shale gas è naufragata di fronte alle proteste popolari. Anche per questo il presidente Bouteflika di recente ha dato mandato alla Sonatrach, il colosso algerino dell’energia, di effettuare nuove prospezioni in tutto il paese, che interesseranno 20 giacimenti distribuiti in 13 diverse province. Sembra quindi che ci si affidi alle soluzioni più semplici e immediate: e lo sviluppo del fotovoltaico rischia di finire presto nel dimenticatoio.