SNPA aggiorna i dati sul consumo di suolo degli impianti fotovoltaici a terra in Italia al 2023, mostrando la distribuzione regionale e evidenziando percorsi di sviluppo paralleli. Stimati possibili fini 91 GW solari su immobili e fabbricati
Quanta superficie in Italia è occupata da impianti fotovoltaici?
Il fotovoltaico a terra copre meno dell’1% del territorio italiano. Per la precisione lo 0,0593% del suolo nazionale, stando ai dati forniti dal Sistema Nazionale Protezione Ambiente (SNPA). Nel nuovo rapporto sul consumo di suolo 2024, presentato stamane dall’ISPRA, non poteva, infatti, mancare il capitolo sugli impianti fotovoltaici, consueto approfondimento sulla diffusione dell’energia solare nel Belpaese. Con un focus sull’impatto dei progetti su terreno agricolo.
Informazioni importanti alla luce degli obiettivi energetici nazionali 2030 e soprattutto in vista delle leggi regionali Aree Idonee che dovranno definire i nuovi spazi per le rinnovabili nostrane. Ed essenziali soprattutto per riportare in un ambito concreto il dibattito sul tema.
Consumo o copertura di suolo?
Per capire i dati, è necessario prima fare un passaggio su metodologie definizioni.
L’analisi di SNPA impiega una metodologia di monitoraggio che considera consumate le superfici su cui l’antropizzazione copre più del 50% della cella della griglia di rilevazione (porzione di territorio di 10×10 metri). A partire da questo metro di misura, individua tre macro categoria con cui classificare le opere di antropizzazione:
- Consumo di suolo permanente legato ad copertura artificiale permanente con impermeabilizzazione del terreno e perdita irreversibile delle sue funzioni ecologiche. Appartengono a questa categoria gli edifici, le infrastrutture di trasporto, le discariche e tutte le ree impermeabili.
- Consumo di suolo reversibile, dovuto alla presenza di una copertura artificiale temporanea oppure reversibile, con distruzione del suolo o perdita delle sue funzioni. In questa categoria rientrano gli impianti fotovoltaici a terra, così come i cantieri e le cave.
- Forme di copertura del suolo senza consumo: in cui l’antropizzazione copre meno del 50% e in cui rientrano ad esempio gli impianti fotovoltaici a bassa densità.
In questo caso è bene fare una precisazione. Nonostante il fotovoltaico a terra abbia un capitolo dedicato nel rapporto sul consumo di suolo, per il settore delle FER italiane non è giusto annoverarlo tra le cause. E il motivo è semplice: il fv non produce un impoverimento degli ecosistemi naturali, come succede invece nel caso di strade, edifici o cave.
Quanto suolo viene effettivamente consumato dal fotovoltaico a terra?
Secondo i dati di SNPA a fine 2023 il fotovoltaico a terra occupava circa 17.907 ettari, equivalenti a circa 9.950 MW di potenza.
Il dato si discosta abbastanza da quello pubblicato nell’ultimo rapporto statistico del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), in cui la superficie occupata appare essere di 16.384 ettari per una potenza installata di 9.100 MW.
Perché questa discrepanza? Per la differente risoluzione dei dati. “I valori del GSE sono ricavati dalla documentazione di ogni singolo impianto mentre i dati SNPA derivano da fotointerpretazione di immagini telerilevate, con una risoluzione di 10 metri e possono includere anche le aree di pertinenza degli impianti”, si legge nel rapporto.
Nella classifica regionale della distribuzione dei pannelli fotovoltaici a terra spicca la Puglia con 6.130 ettari totali, seguita da Emilia-Romagna (1.707 ettari) e Lazio (1.596 ettari).
Quanto è cambiato il consumo di suolo per il fotovoltaico negli ultimi anni?
Secondo gli autori del rapporto i nuovi sistemi a terra installati nel 2023 (corrispondenti a una potenza di circa 234 MW) avrebbero consumato 421 ettari. Con un tasso di crescita in aumento rispetto agli anni passati grazie alla ripresa dei grandi impianti dopo anni di stallo. Nel 2022 si parlava infatti di 243 ettari, nel 2021 di 70 ettari e nel 2019 di 246 ettari.
Quali regioni hanno destinato più territorio al fotovoltaico a terra nel 2023? Sempre secondo SNPA in Veneto i pannelli avrebbero consumato 75,9 ettari. A seguire Piemonte (63,9 ettari) e Sicilia (55 ettari). Se però nel computo vengono aggiunti anche i nuovi impianti fv a bassa densità – che nel 2023 hanno coperto 230 ettari, la classifica cambia. Il Lazio diventa la regione con la crescita maggiore degli impianti fotovoltaici a terra nell’ultimo anno (154 ettari). Seguono Sicilia (96 ettari), Piemonte (93 ettari), Veneto (77 ettari) e Sardegna (72 ettari).
Le alternative all’installazione fotovoltaica a terra
Ma il documento mostra anche le alternative all’installazione dei pannelli solari a terra. Accanto ad un accenno all’agrivoltaico, il rapporto cerca di stimare la superficie potenzialmente disponibile per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti e relative ipotesi sulla potenza fotovoltaica installabile. Senza entrare nel dettaglio della metodologia, reperibile del rapporto, riportiamo le ipotesi finali al netto di eventuali problemi di ombreggiamento o di vincoli.
Il report stima una superficie netta disponibile per il fotovoltaico su edifici e fabbricati che può variare da 760 a 992 km2. “Ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 metri qudrati per ogni kW installato, si stima una potenza variabile dai 74 ai 96 GW che sarebbe possibile installare su fabbricati esistenti”.
Se a questa potenza si quella installabile su parcheggi o altre aree impermeabilizzate ma si toglie un 5% di coperture edilizie su cui il fotovoltaico esiste già, risultano in totale 70-91 GW potenziali.
Quale futuro per il fotovoltaico a terra?
Visto queste stime ma anche la necessità di far crescere i grandi impianti, nel futuro quanto suolo potrebbe servire al settore? Per rispondere gli autori fanno un passo indietro: “Al 2023, come risultato della storia della diffusione di questa tecnologia nel nostro Paese, la ripartizione risulta pari al 31% circa a terra e al 69% non a terra. Considerando i quantitativi di energia da produrre nei prossimi anni previsti dal decreto “aree idonee” del 21 giugno 2024, dal 2024 al 2030 bisognerà installare una potenza pari a circa 74 GW utilizzando fonti rinnovabili. Ipotizzando una ripartizione analoga ad oggi tra terra e non a terra e utilizzando come coefficienti medi di occupazione valori non molto dissimili da quelli attuali, si potrebbe calcolare, in via teorica, una superficie di circa 400 km2 di nuovo suolo consumato (per circa 22 GW)”.