È la prima fase del progetto avviato da Panda Green Energy e dal Programma di Sviluppo dell’ONU. Obiettivo: produrre energia pulita avvicinando i giovani al fv
(Rinnovabili.it) – Un gigantesco impianto fotovoltaico a forma di panda è spuntato nello Shanxi, provincia settentrionale della Cina. È la prima fase del Datong Panda Power Plant, progetto solare da 100 MW di potenza, della ex-United Photovoltaics Group, ora giustamente rinominata Panda Green Energy Group. La società, con sede a Honk Kong, ha voluto trasformare una delle più note icone cinesi, un vero e proprio marchio di fabbrica, distinguibile in maniera chiara anche dal cielo.
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In realtà, a volerlo è stata la China Merchants Nuovo Energy Group (CMNE), il più grande azionista del gruppo. Lo scorso settembre, la CMNE ha firmato un accordo di cooperazione strategica con il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) per realizzare una serie di progetti solari che avessero lo scopo di avvicinare i giovani cinesi alle tecnologie verdi, aumentando la consapevolezza nei confronti dello sviluppo sostenibile. L’approccio scelto per ottenere ciò è in parte estetico e ricorda molto, almeno nell’idea, l’originale impianto fotovoltaico a forma di cuore progettato da Conergy e AMBI Energia per Grand Terre (l’isola più grande della Nuova Caledonia).
L’impianto a fotovoltaico a forma di panda conquisterà la Cina?
Ma il progetto di CMNE e UNDP sarà replicato in ampia scala, per trasformare la Repubblica Popolare nella casa dei “panda solari”. L’obiettivo è realizzare una serie di istallazioni lungo la nuova via della seta, l’iniziativa “Belt and Road” su cui sta premendo oggi il governo cinese. In realtà sul sito della società cinese si parla addirittura di un piano da esportare in tutto il mondo, attraverso l’impegno del Programma Onu. Ma, ad oggi, di concreto c’è solo la Datong Panda Power Plant. La centrale, per ora può contare sui primi 50 MW istallati ed allacciati alla rete. L’elettricità generata dalla matrice dovrebbe contribuire alla riduzione di circa 60.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’anno. Una seconda fase di lavoro metterà a regime altri 50 MW e soprattutto un centro di attività giovanile per insegnare ai ragazzi i benefici dell’energia solare.
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