Secondo Wood Mackenzie, quest’anno proseguirà il boom del fotovoltaico con un balzo significativo. La crescita delle nuove installazioni anno su anno continuerà per il prossimo decennio anche se su ritmi decisamente più blandi
Il fotovoltaico 2023 crescerà del 33% rispetto al 2022
(Rinnovabili.it) – Quest’anno il fotovoltaico potrebbe chiudere con 270 nuovi GW di connessioni in corrente continua in tutto il mondo, il 33% in più dell’anno scorso. E se a trainare la diffusione dell’energia solare è sempre la Cina, lo sviluppo riguarda anche il resto del globo. Tutte le regioni, infatti, dovrebbero segnare il loro record di nuove installazioni. Sono le stime per il fotovoltaico 2023 fornite da Wood Mackenzie.
La società di consulenza prevede che la tendenza proseguirà, tra incrementi più o meno consistenti, almeno fino al 2032. Durante il prossimo decennio, l’aumento medio registrerà un +5%. Un ritmo decisamente più pacato di quello degli ultimi anni. Nel 2022 la nuova capacità installata si è attestata intorno ai 200 GW, per passare poi ai 270 GW previsti per il fotovoltaico 2023, e dovrebbe raggiungere quota 300 GW nei primi anni ’30.
Fotovoltaico 2023, luci e ombre per l’Europa
La previsione per l’Europa resta positiva ma, avverte Wood Mackenzie, l’incremento non sarà paragonabile al boom del 2022. I consumi elettrici domestici e industriali sono calati più del previsto nei primi mesi del 2023. “Le installazioni solari nel primo trimestre del 2023 non hanno ancora rispecchiato questo aspetto, ma in combinazione con l’inflazione e gli aumenti dei tassi di interesse, prevediamo che la crescita sarà molto più contenuta rispetto alla crescita sbalorditiva osservata lo scorso anno”, sostengono gli autori del rapporto. Una menzione particolare va alla Romania, che guida la classifica europea per il fotovoltaico distribuito e dovrebbe arrivare a 6,5 GW di capacità cumulata nel 2027, spinto anche dal previsto raddoppio della crescita per quest’anno.
La Cina continuerà la sua curva di crescita senza veri rivali nel breve termine. Ma nel medio periodo, cioè entro questo decennio, gli Stati Uniti anche grazie all’Inflation Reduction Act inizieranno a rosicchiare la sua quota di nuova capacità fotovoltaica installata in modo significativo. Pechino perderà il 30% della sua fetta attuale.