Quest’anno i minori giorni di sole ad aprile e giugno, hanno abbassato la produzione rispetto ai dati 2015. Il calo più consistente al centro Italia
(Rinnovabili.it) – Continua crescere in maniera costante il parco solare italiano. Con molta probabilità anche quest’anno si chiuderà con un più 300 MW di nuova capacità aggiunta alla rete. Meno regolare appare invece essere la produzione del fotovoltaico 2016. Secondo quanto reso noto dal Gestore dei Servizi Energetici, nei primi nove mesi dell’anno si è assistito ad un leggero calo di generazione.
Le valutazioni – ancora provvisorie – del GSE sono state elaborate partendo dall’analisi di 478.476 impianti incentivati con il Conto Energia, per i quali sono già state acquisite misure mensili di produzione. Il campione preso in considerazione ha una potenza complessiva di 10 GW, costituenti l’87% del totale degli impianti fotovoltaici incentivati, in esercizio al 31 dicembre 2015. A partire dai dati preliminari di queste istallazioni, il GSE riporta che, a livello medio nazionale, il calo della produzione nel periodo osservato si è concentrato nei primi sette mesi dell’anno, con i valori più accentuati ad aprile (-10,1%) e a giugno (- 9,3%). Al contrario si è ottenuto un aumento nel mese di agosto (+5,7%) e un lieve incremento anche a settembre (+1,1%). Tirando le somme, nel periodo analizzato abbiamo il fotovoltaico italiano ha prodotto circa il 4,6% in meno dello scorso anno.
“A livello territoriale, – spiega il Gestore nel suo documento – le variazioni più rilevanti della produzione dei primi nove mesi del 2016 rispetto all’analogo periodo del 2015, sono osservate al Centro (-5,8%) e nel Nord-Est (-5,6%), e quelle più contenute nel Nord-Ovest (-2%) e nel Meridione (-3,8%)”.
La principale causa? Anche qui i dati sono preliminari ma l’irraggiamento o “la radiazione solare disponibile” appare essere mediamente diminuita del 3,8% nei primi nove mesi del 2016 in confronto all’analogo periodo del 2015, con un decremento massimo ad aprile e un incremento ad agosto. “La diminuzione risulta più accentuata nelle regioni del Centro e nel Nord Est e inferiore nel Meridione. Andamenti non dissimili da quelli del calo di produzione”. Ovviamente l’analisi non esclude né la concomitanza di altri fattori né tantomeno il fatto che su singoli impianti tali altri fattori possano avere pesato in maniera sensibile.