Il Consorzio UE “PV LEGAL” presenta un decalogo per la riduzione e semplificazione delle barriere amministrative e per l’accesso alla rete degli impianti
Per ridurre le barriere esistenti, siano esse procedure autorizzative, regole e standard tecnici per la connessione alla rete o problematiche inerenti alla capacità delle infrastrutture elettriche, il consorzio ha presentato in occasione del “PV SEC 2011:https://www.photovoltaic-conference.com un decalogo in cui propone diverse strategie. Le raccomandazioni includono indicazioni concrete quali:
• Creare procedure autorizzative snelle e semplici oltre che integrate
• Definire tempistiche e deadline precise e di linee guida chiare per le autorità di pianificazione
• Coinvolgere gli organismi incaricati della definizione degli standard tecnici
• Rendere gli standard tecnici e le regole di connessione obbligatorie
• Ottimizzare le procedure di connessione alla rete e definire sanzioni per il non rispetto delle scadenze
• Affrontare seriamente le problematiche di capacità della rete, valutando costi, benefici e i potenziali interventi di estensione e sviluppo delle reti, tenendo in considerazione le peculiarità e i potenziali delle fonti rinnovabili e della generazione distribuita.
L’ITALIA SOTTO LA LENTE PV LEGAL fornisce una descrizione dettagliata delle procedure amministrative in 12 Paesi UE fornendo per ognuno le raccomandazioni specifiche. Per l’Italia il documento sottolinea una revisione del quadro normativo di riferimento “troppo precipitosa” che ha causato una paralisi del mercato e accanto ad una preesistente frammentazione degli iter autorizzativi, anche all’indomani dell’adozione delle Linee guida nazionali che si riflette oggi in procedure poco chiare, costi “burocratici” troppo alti e tempistiche autorizzative difficili da determinare. Il tutto indurrebbe ad una percezione dell’aspetto amministrativo procedurale italiano come un vero e proprio “rischio paese”.
Tra i punti clou del Final advisory papers dedicato al Belpaese appaiono: il Registro per i grandi impianti, il Costo indicativo cumulato annuo (CAI), la certificazione “Filiera UE” e la Richiesta dichiarazione del Comune competente.