Il team di ricercatori del progetto europeo BIMORE sta studiando come sfruttare la fotosintesi per ottenere energia, utile per alimentare dispositivi elettronici energivori.
(Rinnovabili.it) – Ricreare in laboratorio la fotosintesi per sfruttarne la capacità di trasformare il sole in energia. Questo il cuore del progetto internazionale che vede i ricercatori impegnati nell’emulazione del processo naturale che potrebbe essere impiegato, ad esempio, per alimentare supercomputer solari ad alta efficienza e materiali biologici.
La fotosintesi artificiale renderebbe possibile la produzione di combustibili sfruttando la luce solare che al contrario delle fonti combustibili è disponibile in abbondanza.
Riuscire quindi a sfruttare ulteriormente i raggi del sole e impiegarli per la produzione di carburanti potrebbe offrire una valida alternativa all’uso dei combustibili inquinanti. L’elettronica molecolare è quindi al centro del progetto BIMORE (Bio-inspired Molecular Optoelectronics) che utilizza mattoni molecolari per alimentare i componenti elettronici. L’obiettivo del progetto è ridurre l’elettronica alla scala di una singola molecola. A questa scala infatti i materiali vantano proprietà molto diverse, che vanno ben capite per essere sfruttate al meglio e BIMORE sta indagando proprio questo settore. Il team di ricercatori è infatti riuscito ad aumentare lo spettro di assorbimento della luce dei batteri viola.
Questo ha permesso ai ricercatori di vedere il punto in cui l’energia della luce salta da un gruppo di batteri ad un altro e stanno cercando di capire quando l’energia luminosa raggiunge il ‘centro di reazione’ dove l’energia della luce viene convertita in energia biochimica.
Osservando l’intero processo può essere mostrato come il trasferimento di energia possa essere gestito per ottimizzare l’efficienza nel campo dell’optoelettronica – il ramo della tecnologia che coniuga l’elettricità e la luce e comprende celle solari e sensori.
La squadra è stata inoltre in grado di creare un’antenna in grado di catturare la luce come una tradizionale antenna capta il segnale radio e di convogliarla verso il basso, verso un unico punto aumentandone l’intensità. Ma mentre la capacità di caricare le molecole potrebbe aprire nuove opportunità la possibilità di “accenderle e spegnerle” deve ancora essere valutata.
Il team è riuscito a sviluppare un transistor che emette luce (LET) coperto da uno strato di molecole fotocromiche le cui proprietà di passaggio da uno stato all’altro sembrano promettenti.