Rinnovabili

Fondo Nazionale Reddito Energetico, firmato il decreto 

Fondo Nazionale Reddito Energetico
Image by Stefano Ferrario from Pixabay

Assegnati allo strumento 200 mln per gli anni 2024-2025

(Rinnovabili.it) – Ricordate il Fondo Nazionale per il Reddito Energetico? Se ne parlava nel 2020, in piena pandemia, quando il Comitato per la Programmazione Economica di Palazzo Chigi, presieduto dall’ex premier Conte, aveva deliberato uno stanziamento di 200 milioni di euro per la sua istituzione. Ma tra emergenze del momento e il successivo riordino delle competenze energetiche tra l’allora Ministero dello Sviluppo economico (oggi delle Imprese e del Made in Italy) e il neo Ministero della Transizione energetica (oggi dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), la concretizzazione dello strumento aveva dovuto aspettare.

Oggi il Fondo Nazionale Reddito Energetico torna agli onori della cronaca. In una recente nota stampa del MASE, il ministro Gilberto Pichetto ha fatto sapere di aver firmato il Decreto Ministeriale per l’impiego delle risorse, ossia i 200 milioni di euro sopracitati. Il provvedimento è ora in mano alla Corte dei Conti per la sua registrazione ma per capire la rilevanza, è necessario compiere qualche passo indietro.

Reddito energetico, cosa è?

Lo strumento del Reddito Energetico è nato nel 2017 nel Comune sardo di Porto Torres grazie al Movimento 5 Stelle e più precisamente all’on. Riccardo Fraccaro. L’idea era di assegnare ai cittadini, tramite fondo rotativo, le risorse per acquistare impianti fotovoltaici domestici in comodato. Piccoli sistemi sotto i 20 kW di potenza da impiegare in autoconsumo, permettendo al Comune di ri-alimentare il fondo grazie alla vendita in rete dei surplus di produzione. L’iniziativa era rivolta unicamente agli abitanti in difficoltà economiche ma nel giro di un anno ha dato risultati eccellenti. “A Porto Torres sono stati installati 50 impianti con 9.000 euro di risparmi totali per i cittadini, 8.000 euro che hanno alimentato il fondo rotativo e 65 tonnellate di CO2 in meno”, spiegava nel 2020 Fraccaro. 

Un successo che ha valicato i confini comunali. L’idea di offrire fotovoltaico gratuito alle famiglie in povertà energetica è diventato uno strumento regionale, conquistando non solo la Sardegna ma anche la Puglia e il Lazio. Oggi il Reddito energetico è da considerare a tutti gli effetti tra gli incentivi al fotovoltaico residenziale 2023, ma fino a ieri era disciplinato solo da norme locali.

Il Fondo Nazionale Reddito Energetico

Per lo “sblocco” del Fondo Nazionale si è dovuto attendere un’ulteriore delibera del Comitato per la Programmazione Economica. Parliamo della Delibera n. 47/2022 con cui il Piano sviluppo e coesione del MASE è stato incrementato di 200 milioni di euro; trasferendo le risorse dal Piano del Ministero delle imprese (ex Sviluppo economico) a cui nel 2020 era stata assegnata la gestione del Fondo Reddito Energetico.

Il decreto firmato dal ministro Picchetto porta il tutto più vicino all’operatività, benedizione della Corte dei Conti permettendo. Il fondo sarà di natura rotativa e spalmerà i 200 milioni in questione sugli anni 2024 e 2025. L’80% delle risorse andranno però solo al Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Tuttavia il provvedimento prevede la possibilità di incrementare economicamente lo strumento con un versamento volontario da parte di amministrazioni centrali, Regioni, Province, organizzazioni pubbliche e realtà no-profit.

Reddito energetico nazionale, come funzionerà?

Anche in questo caso il provvedimento si rivolge a nuclei familiari in condizione di disagio economico. Nel dettaglio per accedere al contributo sarà necessario possedere un ISEE inferiore ai 15mila euro; oppure inferiore a 30mila euro nel caso di famiglie con almeno quattro figli a carico. Lo strumento sosterrà con un contributo in conto capitale l’acquisto di impianti fotovoltaici residenziali di potenza nominale non inferiore ai 2 kW e non superiore ai 6 kW. O comunque non “oltre la potenza nominale in prelievo sul punto di connessione“. I sistemi solari dovranno essere realizzati su: coperture e superfici, aree e pertinenze di cui il soggetto beneficiario sia titolare di un valido diritto reale. L’operatività del Fondo spetta il Gestore Servizi Energetici (GSE).

Exit mobile version