
C’è un legame critico tra clima ed energie rinnovabili. Negli ultimi 20 anni, la capacità di produzione eolica e solare è aumentata costantemente, così come la quota delle energie rinnovabili nelle reti elettriche di tutto il mondo. Ma queste fonti energetiche, così come l’idroelettrico, dipendono fortemente dalle condizioni climatiche, dovute alla variabilità climatica. Lo ha dimostrato il recente passaggio da La Niña a El Niño, spiega un rapporto congiunto di Copernicus, Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) e IRENA.
Comprendere El Niño per ottimizzare energie rinnovabili e reti
Questa transizione tra la fase “fredda” e la fase “calda” del fenomeno di teleconnessione atmosferica nel Pacifico equatoriale, che genera conseguenze globali, ha messo in luce come gli eventi meteorologici estremi e i pattern climatici globali influenzano direttamente la produzione di energie rinnovabili e la domanda energetica. Con implicazioni operative per i sistemi elettrici di tutto il mondo.
Per dare una stima dell’impatto, il rapporto si concentra sulle variazioni del fattore di capacità (capacity factor, CF) di solare ed eolico, sull’idroelettrico (tramite le precipitazioni come indicatore proxy) e sulla domanda di energia:
- Fotovoltaico: in Sud America, condizioni più secche e calde hanno aumentato il fattore di capacità solare del +3,9% nel 2023 rispetto alla media 1991-2020, generando +3,5 TWh/anno aggiuntivi dalla capacità installata di 50 GW. L’Europa meridionale ha registrato un +2,1% per l’irraggiamento solare.
- Eolico: l’Asia orientale ha beneficiato di venti più intensi con un CF eolico +4,1%, producendo 45 TWh in più dai 420 GW installati (il 95% dei quali in Cina). Situazione con più contrasti in Nord America: il Canada segna +5,3%, gli Stati Uniti -1,8% a causa di variazioni regionali dei venti.
- Idroelettrico: il proxy idrico basato sulle precipitazioni mostra anomalie negative in Centro America (-7,5%) e Asia orientale (-6,1%), legate a deficit pluviometrici causati da El Niño. Eccezione positiva, invece, in Scandinavia (+8,3%) per precipitazioni più abbondanti della media.
- Domanda energetica: l’indicatore impiegato (energy degree days) mostra in Europa un aumento del 6,2% del fabbisogno di raffrescamento, in Asia centrale un calo del 4,1% per via del ridotto riscaldamento invernale, e in Africa orientale un aumento del 3,8% per ondate di calore persistenti.
Dati e analisi cruciali per porre le basi per un sistema energetico realmente a prova di clima. In questo senso, il rapporto offre alcune indicazioni:
- primo, mappare il potenziale delle energie rinnovabili e progettare reti resilienti è un’operazione che richiede l’uso sistematico di strumenti di analisi del clima;
- secondo, serve diversificazione geografica per combinare le FER in mix complementari e ridurre la vulnerabilità a shock localizzati;
- terzo, la cooperazione tra stati e regioni su previsioni climatiche e dati di generazione rinnovabile aiuta in modo sostanziale a ottimizzare il bilanciamento della rete elettrica.