(Rinnovabili.it) – Le energie rinnovabili possono spodestare le fonti fossili anche quando giocano a casa dei re del petrolio. Secondo quanto svelato da un nuovo rapporto, infatti eolico e fotovoltaico sarebbero in grado già oggi di costituire fonti più economiche della fornitura elettrica tradizionale negli Emirati Arabi Uniti (EAU). Una visione troppo ottimistica? Non secondo il Ministero degli Affari Esteri, corresponsabile dello studio insieme all’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) e al Masdar Institute of Science and Technology.
Per lo Stato, le cui esportazioni di greggio e di gas naturale ancora svolgono un ruolo fondamentale nell’economia, si tratta del primo confronto pubblico sui diversi costi delle tecnologie energetiche. Non che il Paese non abbia già da tempo dimostrato di saper cogliere le potenzialità delle fonti rinnovabili, ma almeno fino a ieri le applicazioni green erano confinate in una nicchia del mercato nazionale. Il futuro potrebbe essere molto diverso però: secondo la relazione, intitolata ‘Renewable Energy Prospects: United Arab Emirates report’, gli Emirati Arabi Uniti hanno tutte le carte in regola per raggiungere una quota del 10% di energie rinnovabili nell’approvvigionamento energetico totale e una quota del 25% nel mix elettrico entro il 2030. Ciò comporterebbe un risparmio di energia del sistema di 1,9 miliardi di dollari l’anno. Se a ciò aggiungiamo anche i benefici sanitari e ambientali legati alla transizione verso le energie rinnovabili, si possono aggiungere al totale ulteriori risparmi annui netti da 1 a 3,7 miliardi di dollari entro il 2030.
La convenienza dipende direttamente dai costi delle tecnologie rinnovabili che nella regione hanno seguito lo stesso trend decrescente del resto del mondo, registrando in alcuni casi un calo davvero considerevole (fotovoltaico -80% rispetto ai valori del 2008); parallelamente il costo del gas naturale è aumentato a causa del calo della produzione interna. Secondo gli autori del rapporto le tecnologie solari, eoliche e di recupero dell’energia dei rifiuti sono già oggi preferibili per la produzione energetica rispetto al gas, e per il futuro attendo un ulteriore calo dei costi fotovoltaici. A dare prova della convenienza è già oggi l’impianto solare in costruzione a Dubai, il Rashid Solar Park, che venderà l’energia ad una tariffa livellata pari a 5,84 centesimi di dollaro per kWh (circa 0,50 centesimi di euro) a fronte di un contratto di fornitura di 25 anni a partire dal 2017. Senza contare le raccomandazioni della National Bank di Abu Dhabi (NBAD) che lo scorso mese aveva stilato un rapporto in cui elencava 10 ragioni per cui, a lungo termine, sarebbe stato meglio investire nelle energie rinnovabili.
Gli EAU puntano sulle rinnovabili senza dimenticare il gas
Ovviamente non si tratta di una scommessa ad occhi chiusi su sole e vento, come ricorda IRENA nel rapporto, fotovoltaico ed eolico sono fonti intermittenti e il gas naturale dovrà ancora per molto tempo costituire la chiave di sicurezza energetica. “Questo documento apre gli occhi”, ha commentato Fred Moavenzadeh, presidente del Masdar Institute. “Dà a politici e investitori uno schema oggettivo dei costi, mettendo nero su bianco che le fonti rinnovabili, e in particolare il fotovoltaico, avranno un ruolo molto più importante prima di quanto ci aspettassimo negli Emirati Arabi Uniti e in Medio Oriente”.