Il fotovoltaico orbitante ha preso il volo grazie ad una missione spaziale in “sharing”
(Rinnovabili.it) – È possibile realizzare impianti fotovoltaici orbitanti che regalino alla Terra una fonte costante, sicura e sostenibile di elettricità? O addirittura soddisfare l’intero fabbisogno planetario attraverso l’energia solare spaziale? Fino a qualche decennio l’idea fa suonava fin troppo futuristica, ma oggi un numero crescente di nazioni è pronto a sostenerla e a concretizzarla.
L’ultimo grande progetto a far parlare di sé era stato quello promosso dall’Università Xidian, in Cina. Qui, con tre anni di anticipo sul programma, gli scienziati hanno realizzato il primo sistema completo e funzionante per la cattura dell’energia solare, la trasformazione in microonde e l’invio su lunghe distanze. Un’iniziativa di successo con un solo “piccolo” neo: la struttura è ancora perfettamente ancorata al suolo e, da ammissione degli stessi promotori, ne passerà di tempo prima di poterla vedere in cielo.
Punta, invece, direttamente alle stelle lo Space Solar Power Demonstrator (SSPD) realizzato dal Progetto di energia solare spaziale della Caltech, negli Stati Uniti. La piattaforma ha preso il volo, letteralmente, a bordo del razzo Falcon 9 nella missione Transporter-6 lanciata con successo lo scorso 3 gennaio da SpaceX. Si tratta di una missione in rideshare, ossia progettata per fornire un accesso a basso costo allo spazio a più piccoli carichi utili in mano, in questo caso, a diverse università e istituti di ricerca.
Energia solare spaziale, cosa testerà l’SSPD?
Carichi utili come l’SSPD da 50 chilogrammi della Caltech. La piccola piattaforma si compone di tre esperimenti principali, ciascuno incaricato di testare diverse tecnologie chiave del progetto:
- DOLCE (Deployable on-Orbit ultraLight Composite Experiment): una struttura di circa 1,8 metri quadrati ripiegabile che dimostra l’architettura modulare di base su cui Installare i pannelli fotovoltaici. A regime diverse unità DOLCE costituirebbero una sorta di costellazione su scala chilometrica formando una centrale elettrica orbitante;
- ALBA: una raccolta di 32 diversi tipi di celle solari che consentirà agli scienziati di valutare la tipologia più efficace per la raccolta di energia solare spaziale.
- MAPLE (Microwave Array for Power-transfer Low-orbit Experiment): una serie di trasmettitori di potenza a microonde, leggeri e flessibili. I dispositivi sono dotati di un preciso controllo della temporizzazione che concentra la potenza in modo selettivo su due diversi ricevitori.
- Una scatola elettronica che si interfaccia con il computer Vigoride e controlla i tre esperimenti.
Il team della Caltech prevede di iniziare a eseguire gli esperimenti sull’SSPD entro poche settimane dal lancio. Alcuni elementi del test saranno condotti rapidamente. “Abbiamo in programma di comandare l’apertura di DOLCE entro pochi giorni dopo aver effettuato l’accesso all’SSPD […] Dovremmo sapere subito se funziona”, afferma il professor Sergio Pellegrino, co-direttore del progetto.
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