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Energia solare negli edifici, cosa chiede la Direttiva Case Green?

Energia solare negli edifici

Foto di Erik Karits su Unsplash

Energia solare negli edifici
Foto di Erik Karits su Unsplash

Energia solare negli edifici, nuovi obblighi UE dal 2026

(Rinnovabili.it) – Sfruttare in modo efficiente il potenziale degli impianti fotovoltaici e solari termici. Questo uno dei sotto obiettivi contenuti nella nuova Direttiva sulla Prestazione Energetica in Edilizia (EPBD), anche nota come Direttiva Case Green. Il provvedimento giunto alle sue ultime fasi dell’iter legislativo dopo l’ok di Strasburgo – manca solamente il voto del Consiglio UE e la pubblicazione in Gazzetta Europea – modifica norme già esistenti nell’Unione Europea per ridurre progressivamente i consumi energetici e le emissioni nel settore. Puntando alla neutralità climatica entro la metà del secolo. In questo scenario la direttiva EPBD dedica un articolo specifico all’energia solare negli edifici. Non solo gli immobili di nuova costruzione ma anche quelli in fase di ristrutturazione. I Ventisette, nel recepire la legge nel loro ordinamento nazionale, dovrebbero stabilire i criteri e le eventuali esenzioni per le nuove installazioni, tenendo conto del principio della neutralità tecnologica e della combinazione di questi impianti con altri usi del tetto.

Cosa prevede la normativa Case Green 2024?

La direttiva Case Green 2024 stabilisce che tutti gli Stati membri debbano provvedere affinché le nuove costruzioni siano progettate in modo da ottimizzare il loro potenziale di produzione solare sulla base dell’irraggiamento solare del sito, consentendo l’installazione successiva di tecnologie efficienti sotto il profilo dei costi. E facendo affidamento sulle nuove semplificazioni introdotte dalla Direttiva RED II  per l’energia solare negli edifici.

Le installazioni dovranno seguire un preciso calendario. Il provvedimento definisce infatti una serie di deadline per integrare gli impianti fotovoltaici e solari tipologia di immobile. Vale a dire:

I piani nazionali di ristrutturazione degli edifici

Lo strumento programmatico? I piani nazionali di ristrutturazione degli edifici in cui i Paesi Ue dovranno includere politiche e misure relative all’installazione dei nuovi sistemi solari in edilizia. Gli Stati membri dovranno ovviamente tenere conto anche dell’integrità strutturale e dell’isolamento degli attici e dei tetti. Nel recepire gli obblighi  – si legge – “uno Stato membro può utilizzare la misurazione della superficie del piano terra anziché quella della superficie coperta utile degli edifici, a condizione che dimostri che ciò corrisponda a una capacità installata equivalente di impianti solari adeguati sugli edifici”. 

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 Soddisfatta SolarPower Europe, l’associazione di settore, che ha così commentato l’approvazione dell’Europarlamento “Il Parlamento europeo ha raggiunto un’enorme pietra miliare per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, adottando lo standard solare dell’UE. Dal 2026 – ha spiegato Jan Osenberg, Senior Policy Advisor presso SolarPower Europe – lo standard richiederà l’installazione di impianti solari sui tetti in una parte significativa del parco immobiliare europeo. Metterà il potere nelle mani dei cittadini e sancirà la transizione energetica nei luoghi in cui dormiamo, lavoriamo e viviamo”. 

Leggi qui il testo adottato

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