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Energia solare: ecco come prevedere le variazioni di irraggiamento

Da Uppsala arriva un modello per prevedere le variazioni d’intensità di luce nella produzione di energia solare

(Rinnovabili.it) – Un gruppo di ricerca dell’Università di Uppsala è riuscito a sviluppare un nuovo modello matematico che permette di prevedere con maggior precisione le variazioni dell’irraggiamento nella produzione di energia solare, aiutando così a promuovere un uso più efficace ed efficiente di questa fonte rinnovabile.

La generazione di energia solare da un sistema fotovoltaico, infatti, oscilla di minuto in minuto e rende difficile per i produttori prevedere la quantità di radiazioni in grado di raggiungere i pannelli. Tuttavia, il modello matematico Markov chain blend (MCM) dei ricercatori svedesi riesce a prevedere le variazioni temporali nell’intensità della luce solare, suddividendo l’irraggiamento in livelli (dalla minore quantità di calore alla maggiore).

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Joakim Munkhammar, a capo del progetto di ricerca promosso dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Uppsala, spiega che l’MCM “serve a prevedere cosa accadrà nel prossimo minuto, ora o giorno […] ha un design semplice, è facile da installare e da usare e fornisce previsioni di irraggiamento solare sorprendentemente accurate”.

Il modello matematico, infatti, riesce a prevedere le variazioni dell’irraggiamento attraverso un calcolo delle probabilità configurato per l’apprendimento automatico, che si basa su dati provenienti da quattro diverse fonti: le misurazioni terrestri, le immagini catturate dalle sky-camera, le immagini satellitari e i risultati numerici di previsione meteorologica.

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Il confronto dell’MCM con altri modelli di previsione statistica sull’energia solare è stato realizzato dall’Università di Uppsala in collaborazione con altri centri di ricerca. Grazie ai test, si è scoperto che le previsioni più affidabili sono quelle ottenute proprio dall’MCM, soprattutto per quanto riguarda le variazioni registrabili in periodi di tempo molto ravvicinati tra loro. In questo modo, il modello svedese ha confermato la sua utilità per i produttori di energia solare.

Secondo Munkhammar, il modello “rappresenta una rara opportunità […] di sviluppare algoritmi trasparenti e riproducibili in grado di apportare contributi incrementali nel campo dell’energia solare”. Saranno tuttavia necessari altri test per vedere se il modello funziona con sistemi fisici reali, come quelli per la conservazione dell’energia. “Cercheremo di aumentare il rapporto costi-efficacia dei sistemi di archiviazione”, conclude Munkhammar, “regolando la carica in base a previsioni sulla generazione locale di energia solare”. 

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