L’esportazione di energia solare dal Nord Africa prevede il passaggio attraverso l’Italia. Roma sarà l’hub energetico di un progetto da 2GW
La compagnia impegnata nel progetto ha raccolto per 3 anni i dati sul posto, il deserto nel sudovest dello Stato africano, e sostiene di averli fatti passare attraverso una verifica indipendente. Il terreno è stato preparato anche dal governo locale, dato che c’è stato un voto parlamentare che ha stabilito la facilitazione delle esportazioni di energia. Siccome la prima terra su cui approderà l’energia ricavata dall’impianto tunisino sarà un lido italiano, è stato firmato anche un accordo con l’Italia che ha provveduto, tramite Terna, a tirare un cavo sottomarino dedicato che arriva nei pressi di Roma.
A tutta prima sembra un po’ ardito andare a caccia di energia così lontano, l’amministratore delegato di TuNur smentisce seccamente: «Stiamo lavorando con alcune delle più grandi ditte di ingegneria nel mondo. Questo è un progetto serio. Sarà anche rischioso, ma è rischioso qualsiasi grande progetto energetico. E poi non c’è niente di nuovo nello spostare energia dal Nordafrica all’Europa».
Secondo la compagnia, infatti, le pipelines che uniscono Algeria e Tunisia hanno continuato ad operare senza singhiozzi durante le turbolenze della Primavera araba. Anzi, TuNur sostiene che l’energia solare inviata in patria costerà il 20% in meno di quella prodotta dagli impianti eolici off shore.