Eolico, solare residenziale, fotovoltaico su scala utility, batterie e lampadine LED sono i cinque settori dove i costi tecnologici hanno hanno registrato cali tra il 41% e il 94%
(Rinnovabili.it) – Ridurre le emissioni inquinanti e prevenire il superamento di irreversibili tipping point è più facile oggi che sette anni fa. Se allora avevamo dalla nostra il fattore tempo (sprecato da anni di negoziati climatici inconcludenti), ora però abbiamo mezzi di contrasto decisamente più economici. Secondo una recente valutazione del DoE, il Dipartimento dell’Energia statunitense, i costi delle principali tecnologie dell’energia pulita sono calati in maniera drammatica dal 2008 ad oggi. Nel dettaglio, i tecnici hanno analizzato le recenti variazioni di prezzo registrate in cinque green technology: eolico, solare residenziale, fotovoltaico su scala utility, batterie e lampadine LED. Il risultato? Per ogni comparto si sono registrati cali di costo tra il 41% e il 94%.
Il rapporto rivela, ad esempio, che la maturità del mercato e le innovazioni apportate in questi anni nell’eolico hanno ridotto rapidamente tagliato i prezzi, permettendo alla capacità degli Stati Uniti quasi di triplicato dal 2008. Il vento oggi fornisce quasi il 5% della produzione totale di energia elettrica statunitense.
Un discorso simile può essere fatto per l’eolico offshore dell’Europa del Nord. La prova che lampante del cambiamento l’ha offerta la danese Dong Energy che solo qualche mese fa è riuscita ad aggiudicarsi una gara per un parco al largo delle coste olandesi con un’offerta di soli 72,7 euro il MWh per l’energia prodotta. Merito, tra le altre cose, proprio di una tecnologia più competitiva rispetto al passato.
“Una turbina eolica installata oggi possiede in media pale del 108% più lunghe – spiegano gli autori dell’analisi – ed è del 48% più alta rispetto agli aerogeneratori istallati nel 1999. Le pale più lunghe permettono a ciascuna turbina di catturare più energia, e le torri più alte di accedere ai venti più forti e costanti […] Combinate assieme, queste innovazioni permettono ad ogni unità di produrre più energia elettrica, riducendo sia il numero di turbine necessarie”.
La situazione è la medesima anche per il fotovoltaico. Negli States, i costi dei grandi progetti solari sono scesi del 64% dal 2008, e quelli residenziali del 54%. Il trend, con le opportune differenze, si registra in tutto il mondo e in alcuni casi ha influito su veri e propri record di prezzo. Lo dimostra Abu Dhabi,dove solo qualche settimana fa il produttore cinese di moduli solari JinkoSolar e colosso industriale giapponese Marubeni si sono aggiudicati la gara per un impianto fotovoltaico da 350MW con un’offerta di 24.20 dollari al MWh. Per l’impianto dell’emirato sono diversi i fattori che hanno consentito queste offerte record, ma uno di questi è l’oversupply previsto nella produzione di moduli solari durante il prossimo anno, grazie a cui il prezzo dei pannelli dovrebbe scendere di un ulteriore 50%.