Il suo nome significa “Vento del Nord”, ma è al sole che il piccolo arcipelago ha affidato il proprio fabbisogno energetico
“Siamo colpiti da ogni direzione dall’impatto dei cambiamenti climatici. Mentre il resto del mondo non presta attenzione agli impatti devastanti che il climate change ha sulle nostre piccole isole, vogliamo almeno che questo progetto diventi un chiaro messaggio alla comunità internazionale, che il futuro si costruisce con i fatti e non solo con le parole”, aveva commentato tempo fa l’amministratore del territorio, Foua Toloa. Il progetto ovviamente significherà anche un risparmio notevole per l’amministrazione, dal momento che fino a ieri le isole, a metà strada tra la Nuova Zelanda e le Hawaii, spendevano in carburante oltre 800mila dollari l’anno. Soldi che ora saranno riservati a iniziative sociali.
“Per Tokelau, si tratta di una pietra miliare di enorme importanza per assicurare un benessere duraturo”, ha dichiarato in un comunicato il coordinatore del progetto Mike Bassett-Smith. Soddisfatto ed entusiasta anche il ministro degli Esteri della Nuova Zelanda, Murray McCully, convinto sostenitore che questa iniziativa da 7 milioni di dollari costituisca il fulgido esempio di una best paratie replicabile anche in altre piccole nazioni del Pacifico come Tonga o le Isole Cook. “Completato in tempo e dentro il budget previsto, il progetto è un esempio eccellente di come piccole nazioni del Pacifico possano aprire la strada sulle energie rinnovabili”.