Rinnovabili • Incentivi rinnovabili: manovra e Dl Sicurezza Energetica, le critiche di ANIE

Due sgambetti di fine anno agli incentivi rinnovabili

L’associazione della filiera delle rinnovabili legata a Confindustria punta il dito contro il contributo di 10 euro/kW per 3 anni imposto dal Dl Sicurezza Energetica a tutti i nuovi impianti rinnovabili e contro la tassa sulla superficie contenuta nella legge di bilancio 2024

Incentivi rinnovabili: manovra e Dl Sicurezza Energetica, le critiche di ANIE
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Nel 2023 installati solo 3,122 GW rinnovabili

(Rinnovabili.it) – I meccanismi di incentivazione introdotti nel 2019 rischiano di non garantire più tariffe “congrue per la sostenibilità degli investimenti”. Il motivo? Le modifiche che il governo ha introdotto con il decreto legge Sicurezza Energetica (Dl 181/2023), in Gazzetta dal 9 dicembre, e con l’ultima legge di bilancio, approvata giovedì scorso in Senato e attesa domani per il sì finale alla Camera. L’allarme sugli incentivi rinnovabili arriva da ANIE Rinnovabili.

Due sgambetti agli incentivi rinnovabili

Nell’ultimo bollettino del suo Osservatorio FER, ANIE si sofferma soprattutto su un passaggio del Dl 181/2023: il contributo di 10 €/kW che tutti gli impianti a fonte rinnovabile diversi da geotermico ed idroelettrico di nuova realizzazione con una potenza superiore a 20 kW dovranno versare al GSE nei primi tre anni dall’entrata in esercizio. Contributo che dovrebbe alimentare un fondo di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale allo scopo di incentivare le regioni e le province autonome ad ospitare impianti a fonti rinnovabili. Nella lettura di ANIE, la misura invece “colpirà tutti i comparti del settore, tutti gli impianti siano essi incentivati che non, tutti gli impianti a partire da quelli residenziali, terziari ed industriali (in autoconsumo, in comunità energetiche, in scambio sul posto, etc) a quelli utility scale”.

Il secondo sgambetto agli incentivi rinnovabili è nascosto tra le pieghe della legge di bilancio 2024. Una disposizione prevede di introdurre la tassazione dei diritti di superficie, a carico dei proprietari delle superfici su cui insistono impianti rinnovabili. In questo modo, avverte ANIE Rinnovabili, “vedendosi ridurre i ricavi derivanti dal contratto del diritto di superficie su cui i produttori realizzano gli impianti, chiederanno loro un maggior riconoscimento economico”.

Il combinato disposto delle due misure sarebbe di depotenziare l’utilità degli incentivi rinnovabili, rendendo meno convenienti gli investimenti e quindi, in ultima istanza, rallentando ancora di più la corsa verso gli obiettivi 2030. Corsa che, fotografa ANIE, nel 2023 non ha raggiunto i ritmi necessari per rispettare i target contenuti nel nuovo PNIEC. Nonostante nei primi 9 mesi del 2023 siano state eguagliate le installazioni del 2022, i numeri “non sufficienti per gli obiettivi al 2030”.

In totale nel 2023 i MW installati sono pari a 3.122 MW (2.804 MW fotovoltaici, 305 MW eolici e 13 MW idroelettrici). La nuova potenza connessa nel 2023 è aumentata del 57% rispetto ai primi 9 mesi del 2022. “Il tasso delle nuove installazioni nel 2023 non raggiungerà la fatidica soglia dei 10 GW e ciò renderà ancor più sfidante il traguardare gli obiettivi da conseguire nei prossimi 7 anni”, conclude ANIE Rinnovabili.