(Rinnovabili.it) – Assicurare una fornitura sicura di energia da fonti sostenibili è uno dei principali obiettivi della nuova ‘Dubai Clean Energy Strategy 2050’, il piano per accelerare la transizione del territorio verso la ‘green economy’ e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Per non mancare l’obiettivo l’emirato ha messo in campo nel tempo una serie di progetti green che accelerino la marcia verso il target finale, ovvero raggiungere il 75% di energia pulita al 2050. Un progetto ambizioso soprattutto per un territorio che neanche troppo tempo fa basava la sua intera economia esclusivamente sul petrolio e che ad oggi possiede un percentuale di energia verde nel mix energetico nazionale sotto al 5%.
In realtà la strategia andrà avanti attraverso una serie di fasi, che fissano due obiettivi intermedi: un 7% di fonti rinnovabili entro il 2020 e un 25% entro il 2030. E quest’ultima data segna per l’emirato anche un’altra data importante: quella entro la quale per tutti gli edifici ci sarà l’obbligo di avere una copertura fotovoltaica. Il progetto tetti solari richiederà miliardi di investimenti ma Sheikh Mohammed bin Rashid, Governatore di Dubai, è ottimista sulla sua riuscita. Così ottimista da aver accompagnato il lancio della strategia con un secondo annuncio, riguardante la costruzione di una nuova zona franca chiamato Dubai Green Zone. La zona nascerebbe con l’obiettivo di attrarre i centri di ricerca e sviluppo e le aziende emergenti nel campo dell’energia pulita. Tra gli altri elementi clou della ‘Dubai Clean Energy Strategy 2050, c’è anche la creazione di un “fondo verde” da oltre 27 miliardi di dollari che dovrebbe fornire “prestiti agevolati” a quanti vogliano investire nel settore dell’energia pulita.
“La strategia che lanciamo oggi – ha spiegato Shaikh Mohammad – formerà il settore energetico di Dubai per i prossimi tre decenni. Essa mira a fornire il 75 per cento di energia dell’emirato attraverso fonti pulite al 2050, un dato che riflette il nostro impegno a creare un modello energetico sostenibile, che può essere esportato in tutto il mondo, sostenendo la crescita economica, senza danneggiare l’ambiente e le risorse naturali. Il nostro obiettivo è quello di diventare la città con la più piccola impronta di carbonio del mondo entro il 2050″.