Per le richieste del settore agricolo il senso non cambia: più cibo, meno fotovoltaico
Più tempo per gli emendamenti ma soprattutto più attenzione alle procedure autorizzative in corso, nell’ottica di salvarle dalla ‘tagliola’ del dl Agricoltura che imporrà lo stop all’installazione di fotovoltaico a terra su terreni agricoli. L’intento è salvaguardare le pratiche autorizzative già avviate facendo sì che possano andare avanti, anche rispetto a quanto stabilisce il dl Aree idonee dopo lo stralcio della tutela delle procedure in corso. Ciò detto, e ascoltate anche alcune richieste dai settori agricoli meno ostili che chiedono di poter ricorrere al fv a terra per l’autoconsumo, resta inteso che il senso generale del dl per quanto riguarda i pannelli solari sul suolo non cambia: si deve salvaguardare la superficie agricola facendo sì che resti produttiva, ma per l’agroalimentare. Questo ciò che restituisce la giornata di audizioni in Senato sul dl Agricoltura.
Avrebbe dovuto anche essere l’ultima ma ce ne saranno altre, spiega Luca De Carlo, presidente della commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, uno dei due relatori del provvedimento. “Ho spostato il termine degli emendamenti, accogliendo diverse richieste, a giovedì 13 alle ore 18, così fornisco più tempo per lavorare sul documento”, precisa. Si chiude l’ultima settimana di giugno: “La prossima settimana avremo le riunioni di maggioranza, cercheremo di capire la situazione, ma voglio andare in Aula sicuramente per il 25 giugno, quindi conto di chiudere la prossima settimana“.
Spiragli per le procedure autorizzative in corso
Si aprono spiragli per chi ha già procedure autorizzative avviate per la realizzazione di fotovoltaico a terra in aree agricole. “Troviamo il modo di far sì che chi aveva già iniziato la pratica autorizzativa possa andare avanti, poi sul resto ragioniamo”, dice Giorgio Maria Bergesio, senatore della Lega, l’altro relatore del dl Agricoltura. “Teniamo presente anche il decreto Aree idonee: ha visto lo stralcio dell’articolo 10 che faceva salvi i procedimenti avviati ma la nostra norma fa da norma madre“, avverte. Ciò detto, “sul comma 2 intendiamo chiarire bene da quando parte l’effetto“. Più in generale, “credo sia stato fatto un buon lavoro iniziale da parte del governo, da parte del ministero, noi lo potremmo affinare un po’ di più su quei punti che rimangono fraintendibili”. Ad esempio il comma 5 art 1 per quanto riguarda le aree, “che indica solo le industriali quando possiamo aggiungere le commerciali e le artigianali“, aggiunge Bergesio.
Dl Agricoltura, De Carlo: L’indirizzo della norma rimane lo stesso
Segnali di apertura, ma non cambia il senso generale del dl Agricoltura, per quel che riguarda la scelta tra produzione agroalimentare e produzione di elettricità verde da fotovoltaico a terra. “Faremo sicuramente degli approfondimenti, ma non rispetto al senso della norma”, avverte De Carlo, “siamo tutti favorevoli e c’è un consenso trasversale. Vediamo se ci sono cose da perfezionare, anche alla luce delle richieste formulate nelle audizioni”. Insomma, “l’indirizzo della norma rimane lo stesso, poi se c’è qualcosa da fare si farà“. Ad esempio “la salvaguardia dei procedimenti autorizzativi in corso merita un approfondimento che sicuramente svolgeremo“, sottolinea De Carlo, “un tema che dobbiamo affrontare innanzi tutto per dare certezza del diritto e poi per mettere un po’ di ordine”.
Fatto salvo questo, coloro i quali criticano l’art. 5 del dl Agricoltura “sono gli stessi che mostrano reticenze perché il fotovoltaico piazzato a terra è più comodo, ma la nostra norma va proprio nel senso di tutelare il suolo, la possibilità che sia disponibile per produrre cibo e farlo anche meglio, perché fra poco saremo 10 miliardi sul Pianeta”. Oltretutto, a fronte “della grandissima richiesta di terreno per il fotovoltaico” con le due parti sbilanciate – ricchi investitori e poveri contadini – “ritengo che ciò meriti una norma che contenga la richiesta”, conclude il presidente della commissione.