I ricercatori hanno dimostrato che l'efficienza dei moduli in film sottile potrebbe essere migliorata fino al 22% coprendo la superficie con minuscole borchie
A livello microscopico, le borchie – che rendono la superficie delle celle simile a quella dei mattoni da costruzione – sono costituite da cilindri in alluminio dell’ordine del nanometro sulla superficie di un film sottile in Arseniuro di gallio (GaAs); questi piccoli cilindri hanno il compito di deviare il percorso dei raggi luminosi all’interno della cella al fine di aumentare il tempo in cui i fotoni possono essere venire in contatto con lo staro assorbitore. “La chiave per la comprensione di questi nuovi risultati è nel modo in cui le strutture interne di questo metallo interagisce con la luce”, spiega il Dott. Nicholas Hylton dal Dipartimento di Fisica dell’Imperial College London. Il futuro successo di questa tecnologia accorcerà il gap che ancora distanzia i tradizionali moduli fotovoltaici con quelli a film sottile.