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Desalinizzare l’acqua con le rinnovabili

Secondo il report di WIPO, IRENA e GIWEH, i brevetti per gli impianti di desalinizzazione alimentati da fonti rinnovabili starebbero aumentando sempre più

(Rinnovabili.it) – La desalinizzazione è considerata una delle più importanti fonti di approvvigionamento idrico, soprattutto per i Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA) e ad oggi sta registrando una forte crescita in tutto il mondo. Gli impianti di desalinizzazione convenzionali, però, richiedono l’impiego di ingenti quantità di energia per poter funzionare e spesso rappresentano una quota significativa dei consumi energetici nazionali. L’impiego delle fonti rinnovabili locali, invece, potrebbe portare a significative riduzioni non solo dei consumi delle fonti fossili, ma anche nei costi.

La World Intellectual Property Organization (WIPO), in collaborazione con l’Internationale Renewable Energy Agency (IRENA) e il Global Institute for Water, Environment and Health (GIWEH), ha pubblicato una relazione che fornisce una panoramica sull’innovazione e l’attività dei brevetti nel settore della dissalazione dell’acqua; l’obiettivo è quello di offrire spunti di riflessione ai decisori politici e agli investitori affinché valutino l’impiego delle fonti rinnovabili.

Il report ha individuato 4.551 famiglie di brevetti, dei quali più del 20% prevede l’uso delle rinnovabili (al primo posto il solare termico, seguito da fotovoltaico, eolico, energia dal moto ondoso e geotermia) per dissalare l’acqua. Sul piano geografico, invece, il rapporto ha evidenziato un cambiamento nel panorama dei brevetti: l’attività di brevettazione, infatti, non è più solo esclusiva del Giappone, ma anche di aziende tedesche e statunitensi e soprattutto della Corea del Sud e della Cina. Con i progressi tecnologici e l’incremento delle installazioni, i costi delle operazioni potranno ridursi a beneficio delle regioni colpite da carenza idrica.