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Decreti rinnovabili, e l’opinione si spacca

WWF: “Il Governo dichiara fumosamente obiettivi che però non persegue”. Appello di oltre 30 intellettuali italiani al Presidente Monti

(Rinnovabili.it) – Dopo l’annuncio dell’invio all’Autorità dell’Energia e alla Conferenza Stato-Regioni dei due schemi di decreti ministeriali in materia di rinnovabili, sono bastate solo poche ore perché si riversassero, in una vera e propria ondata mediatica, commenti, critiche e appelli da parte di associazioni di settore ed organizzazioni ambientaliste. Da un lato c’è il Governo che sottolinea d’aver, con non poca fatica, redatto dei provvedimenti in grado di introdurre un sistema di incentivi moderno, europeo ed equo per le tasche dei cittadini e delle imprese. Dall’altro c’è chi, vuoi per un verso vuoi per quello opposto, è pronto sottolineare i punti deboli del nuovo regime tariffario.

L’AMBIENTE STORCE IL NASO Per qualcuno, nel presentare i decreti, i Ministri interessati hanno dichiarato “fumosamente” obiettivi che però non verranno perseguiti. Su questa linea di pensiero si pone il WWF che ritiene i registri, i tetti, le procedure “non solo sbagliati e, nel caso dei 12 kW per il solare, inapplicabili, ma un modo per gettare il settore nella burocrazia e nell’incertezza, ponendolo a serio rischio”. A pagarne le conseguenze, secondo l’associazione, sono anche famiglie e i condomini che vedranno messa a rischio la generazione distribuita. Chiede invece di rivedere i decreti con una regia che coinvolga anche il Gse e l’Autorità per l’energia Edorado Zanchini, vicepresidente di Legambiente secondo cui i limiti annui fissati per le diverse fonti, inoltre, “rendono impossibile raggiungere gli obiettivi europei al 2020”. L’associazione rileva inoltre la mancanza di novità rispetto alla possibilità di premiare l’autoconsumo di energia prodotta da rinnovabili e l’efficienza energetica, possibile invece “attraverso l’apertura alle reti elettriche private per condomini e utenze distribuite e la cancellazione delle tasse che incidono ingiustamente sulla cogenerazione e sulla vendita diretta di energia prodotta da tecnologie rinnovabili”.


LA VOCE DELL’INDUSTRIA Critiche anche le associazioni di categoria che oggi lamentano di non essere state consultate nella definizione degli incentivi  L’Associazione Nazionale Energia del Vento (Anev) oltre a sottolineare come l’eolico sia l’unico settore a doversi adeguare alla media europea con livelli inferiori ai 124 euro a MW indicati dal provvedimento, coglie l’occasione per tornare su una problematica già denunciata, vale a dire l’ipotesi di ritardo nel ritiro da parte del Gestore dei Certificati Verdi afferenti la produzione dell’anno 2011. Ipotesi che, spiega il presidente ANEV Simone Togni, in una missiva indirizzata ai Ministeri competenti – “avendo il GSE sempre pagato entro il mese di giugno l’intero ammontare dei Certificati Verdi ritirati” determinerebbe “conseguenze gravissime per gli operatori eolici che già hanno subito tagli retroattivi con il D. Lgs. 28/2011 nel livello degli incentivi (- 22%), e con la manovra di agosto la Robin Tax (- 10,5% degli utili) e che vedono inoltre all’orizzonte ulteriori interventi come l’introduzione ex novo di una “tassa” da parte dell’AEEG per la non programmabilità del vento (sic !), e un’altra gabella pari a 2 €/MWh per il funzionamento del GSE”.

E un no deciso arriva anche da GIFI-ANIE che attraverso il suo presidente, Valerio Natalizia, chiede un cambio di paradigma. “Il Governo, con il decreto firmato ieri, invece di disinibire lo sviluppo sostenibile del settore ha posto le basi per il rapido dissolvimento della filiera nazionale. In questo modo si vanificano gli investimenti fatti ed i 6 miliardi di spesa annui già impegnati per i prossimi 20 anni”. Secondo l’associazione, il 5° Conto Energia dovrebbe entrare in vigore non prima del 1 ottobre 2012 per poter salvaguardare i diritti acquisiti, facendo a meno del meccanismo dei  registri ma optando piuttosto per un sistema che al crescere della potenza installata preveda la diminuzione dell’incentivo. “Con l’ottica di premiare gli impianti virtuosi e lo sviluppo tecnologico, il 5° Conto Energia dovrà prevedere il premio per gli interventi di efficienza energetica, per la rimozione e la bonifica dall’eternit nonché il sostegno all’autoconsumo dell’energia prodotta”.

 

CONTROCORRENTE INTELLETTUALE Tutt’altro registro invece l’appello rivolto al Presidente Monti da oltre trenta intellettuali italiani, fra cui Giorgio Ruffolo, Stefano Rodotà, Rosa Filippini (Presidente Amici della Terra), che chiede un sostegno delle energie rinnovabili gestito in modo virtuoso, rigoroso e senza ulteriori insostenibili sprechi. Per i trenta firmatari, i provvedimenti rappresentano, almeno nelle premesse, un significativo passo avanti, ma nascondono all’interno “pericolosi obiettivi che potrebbero portare a una ulteriore nociva crescita dell’eolico industriale da oggi al 2020”. “L’attuale formulazione, che prevede il 35% di sola energia elettrica, potrebbe portare alla triplicazione degli impianti eolici, impianti che hanno già contribuito alla devastazione di troppe delle superstiti bellezze della Nazione […] TemiamoSignor Presidente del Consiglio, che le misure definitive che verranno adottate non risultino del tutto coerenti con le premesse del decreto e lascino spazio a interpretazioni ambigue e a facili aggiramenti”.