Nuovo pacchetto di dazi USA sui beni importati dalla Cina. Nel mirino della Casa Bianca finiscono veicoli elettrici, batterie, semiconduttori, acciaio, minerali critici e celle solari
Aumentate le tariffe USA su 18 miliardi di dollari di beni cinesi
Gli Stati Uniti affilano le armi commerciali nel tentativo di alzare ulteriormente gli scudi contro il Made in China. Il 14 maggio la Casa Bianca ha annunciato un nuovo pacchetto di dazi USA che incrementa le tariffe doganali su una lunga lista di prodotti cinesi. Comprese auto elettriche, celle solari e batterie.
La mossa non giunge inaspettata. Nei mesi scorsi la segretaria al Tesoro americano Janet Yellen aveva più volte menzionato i massicci investimenti del Gigante asiatico nella produzione avanzata di beni energetici puliti, sottolineando i rischi per lavoratori e imprese americane. Rischi che il solo IRA, il piano da 300 miliardi di dollari voluto dal presidente Joe Biden per rafforzare la propria economia, non è in grado di affrontare. E sembra ormai certo che diverse aziende del settore statunitense delle rinnovabili abbiano fatto pressione per ottenere nuove misure protezionistiche.
E le misure oggi sono arrivate. “Le pratiche commerciali sleali della Cina riguardanti il trasferimento di tecnologia, la proprietà intellettuale e l’innovazione stanno minacciando le imprese e i lavoratori americani”, si legge nella nota stampa della Casa Bianca. “Inoltre la Cina sta inondando i mercati globali con esportazioni artificialmente a basso prezzo”.
Tecnologie pulite, esiste una sovracapacità produttiva?
A preoccupare oggi è soprattutto l’eccesso di capacità. In mercati chiave come quello del fotovoltaico, delle batterie o delle auto elettriche, la produzione globale ha già superato la domanda, con un’offerta cinese che in molti casi sarebbe persino in grado di assorbire il fabbisogno futuro. Ma la programmazione di nuovi investimenti nel Paese, anche grazie al sostegno statale ai produttori, non sembra arrestarsi. E complice una domanda interna in calo, le esportazioni del Made in China continuano ad crescere sui mercati globali, abbassando i prezzi. Rendendo impossibile per le imprese occidentali, comprese quelle europee, competere a tali condizioni.
Alle accuse di alimentare un eccesso di capacità produttiva Pechino ha risposto con un’alzata di spalle, bollando i richiami statunitensi ed europei come infondati. E sostenendo che il proprio sistema industriale sia semplicemente più competitivo, grazie all’alto grado di innovazione e una catena di fornitura completa.
Ma mentre l’Unione Europea cerca di muoversi più cautamente, per lo meno sul fronte fotovoltaico, Washington punta allo scontro, promettendo però che i consumatori americani non pagheranno lo scotto dei nuovi dazi USA. È opinione condivisa che le tariffe doganali possano essere considerate come un’imposta sui consumatori. Ma Yellen si è detta convinta che gli americani non “vedranno alcun aumento significativo nei prezzi che dovranno affrontare”.
I nuovi dazi USA sui prodotti e materiali cinesi
L’intenzione della Casa Bianca è di aumentare le tariffe doganali su 18 miliardi di dollari di beni cinesi. Vediamo più nel dettaglio quali prodotti e materiali saranno colpiti dai nuovi dazi di Biden.
Dazi USA sulle Celle solari cinesi
L’aliquota tariffaria sulle celle solari (assemblate o meno in moduli) aumenterà dal 25% al 50% nel 2024. “L’aumento tariffario proteggerà dall’eccesso di capacità guidato dalla politica cinese che deprime i prezzi e inibisce lo sviluppo della capacità solare” al di fuori della Repubblica popolare. Secondo Washington il gigante asiatico ha utilizzato pratiche sleali per dominare dall’80 al 90% di alcune parti della catena di approvvigionamento fotovoltaica globale e sta cercando di mantenere tale status quo. Le nuove tariffe dovrebbero aiutare indirettamente l’Inflation Reduction Act. La legge prevede, infatti, incentivi fiscali dal lato dell’offerta USA per componenti solari, tra cui polisilicio, wafer, celle, moduli e materiale backsheet, nonché crediti d’imposta e programmi di sovvenzioni e prestiti a sostegno della realizzazione di progetti residenziali e su scala industriale.
Tariffe USA salate sui Veicoli elettrici cinesi
L’aliquota tariffaria sui veicoli elettrici aumenterà dal 25% al 100% nel 2024 ai sensi della Sezione 301 (oltre a una tariffa separata del 2,5%). “Con ampi sussidi e pratiche non di mercato che comportano rischi sostanziali di sovraccapacità, le esportazioni cinesi di veicoli elettrici sono cresciute del 70% a partire dal 2022 al 2023, mettendo a repentaglio gli investimenti produttivi altrove“, scrive l’amministrazione Biden-Harris. Di contro Washington sta incentivando il proprio mercato dei veicoli elettrici attraverso crediti d’imposta alle imprese per la produzione di batterie e la produzione di minerali critici, e ai consumatori per l’acquisto di veicoli elettrici. Un’aliquota tariffaria del 100% sui veicoli elettrici proteggerà i produttori americani dalle pratiche commerciali sleali della Cina.
Batterie, componenti e materiali, cosa cambia
L’aliquota tariffaria sulle batterie agli ioni di litio per i veicoli elettrici aumenterà dal 7,5% al 25% nel 2024, mentre quella sulle batterie Li-ion non destinate ai veicoli crescerà dal 7,5% al 25% nel 2026. L’aliquota tariffaria sui componenti delle batterie passerà invece dal 7,5% al 25% nel 2024. Di pari passo le tariffe doganali sulla grafite naturale e sui magneti permanenti aumenteranno l’aliquota dallo zero al 25% nel 2026.
Nuovi dazi USA sui Minerali critici importati dalla Cina
Le tariffe per alcuni minerali critici aumenteranno dallo 0 al 25% nel 2024. La lista comprende minerali e concentrati di manganese, compresi minerali e concentrati di manganese ferruginoso con un contenuto di manganese superiore al 20% calcolato sul peso secco; Minerali e concentrati di cobalto; Minerali e concentrati di alluminio; Minerali e concentrati di zinco; Minerali e concentrati di cromo; Concentrati di tungsteno, ossidi, carburi, polveri e stati di tungsteno (wolframati); Trizio e suoi composti, leghe, dispersioni, prodotti ceramici e relative miscele; Attinio, californio, curio, einsteinio, gadolinio, polonio, radio, uranio e loro composti, leghe, dispersioni, prodotti ceramici e miscele; Altri elementi radioattivi, isotopi, composti; leghe, dispersioni, prodotti e miscele ceramiche; Residui radioattivi; Ferronichel; Ferroniobio contenente, in peso, meno dello 0,02% di fosforo o zolfo o meno dello 0,4% di silicio; Zinco (diverso dalle leghe), greggio, contenente o/99,99% in peso di zinco; Zinco (o/più di lega); Lega di zinco grezza; stagno (o lega di stagno), greggio; Leghe di stagno grezze; Tantalio greggio; polveri di tantalio; Cromo greggio; polveri di cromo; Indio greggio; polveri di indio.
Semiconduttori
L’aliquota tariffaria sui semiconduttori aumenterà dal 25% al 50% entro il 2025.
Prodotti di acciaio e alluminio
Su alcuni di questi prodotti le tariffe saranno più che triplicate dall’attuale intervallo compreso tra 0 e 7,5% al 25% nel 2024.